Renata Gallio
Renata Gallio
Un omino della pioggia tenero e ingenuo
Abbassa lo sguardo, Renata, il fatto di essere ormai una professioinista
dell’illustrazione ancora la intimidisce. Abbraccia a pieno una caratteristica che appartiene, a dire il vero, a molti illustratori. Il fatto che la loro arte venga spesso sottovalutata rende modesti questi artisti, ha aiutato a sviluppare uno spirito di collaborazione raro tra coloro che fanno lo stesso mestiere.
Quando hai iniziato a disegnare?
Mi è sempre piaciuto disegnare, è un’attività che mi appartiene da sempre, anche se le mie scelte di studio sono state diverse. Ho fatto il liceo classico e poi mi sono laureata in lettere. Insegno nelle scuole medie di un paesino della campagna pordenonese: e il fatto di essere sempre a contatto con i ragazzini di questa età di forti cambiamenti mi piace moltissimo. L’insegnamento è una delle mie passioni, non potrei farne a meno. Il disegno è stata un’attività alla quale mi sono dedicata intensamente solo in questi ultimi sette, otto anni, perché sentivo che dovevo mettermi alla prova anche in questo campo. Poi, il fatto di avere anche un altro mestiere che mi piace, mi dà più libertà, quella di scegliere solo ciò che mi convince.
La svolta, come accade anche a tanti tuoi colleghi, è avvenuta a Sarmede...
Sì, ho provato a seguire alcuni corsi della scuola estiva “Zavrel” di Sarmede, con Svjetlan Junakovic e Linda Wolfsgruber. La mia idea era quella di verificare un mio desiderio, una mia passione, nei confronti della quale avevo bisogno di capirci di più. Ho affrontato questi corsi imparando tante cose, non avendo mai frequentato una scuola specifica prima. Poi Svjetlan mi ha incoraggiato molto, così ho iniziato a partecipare ai primi concorsi per illustratori. Quando, con sorpresa, ho visto arrivare dei premi, ho proseguito a mettermi alla prova: questi concorsi sono stati un vero stimolo a continuare, ad insistere, a motivarmi molto. Finché, nel 2005 e anche nel 2006, sono stata selezionata tra gli illustratori di quelle edizioni della fiera
del libro per ragazzi di Bologna.
Perché per gli illustratori Bologna è così importante?
Bologna è la fiera del settore più importante, anche oltre i confini nazionali. Durante quei pochi giorni si fanno incontri e si scambiano idee con persone interessanti. È poi importante per trovare lavoro: infatti girano tra gli stand gli agenti delle principali case editrici, a livello internazionale, che si occupano di illustrazione. In questo modo ho pubblicato in Spagna e lavoro anche per una casa editrice americana, la Dial Book, associata alla britannica Penguin.
Quindi hai pubblicato più all’estero?
In effetti sì, i miei libri sono sul mercato ispanico e anglosassone,
in lingua spagnola e inglese.
Quale tipo di storie ti piace illustrare?
Senz’altro storie scritte da altri: più il testo è breve ed essenziale, più mi piacciono, perché mi danno maggiore libertà interpretativa, sono una sfida più entusiasmante. Amo molto le storie surreali.
Come lavori?
Mi piacciono i colori caldi, forti, materici. Uso i colori acrilici, e di solito lavoro su più strati di colore. Ci metto almeno otto ore per fare una tavola, per non parlare poi del tempo che ci vuole prima per elaborare le idee e trasformarle in bozzetti. Di solito mi trasformo in illustratrice durante l’estate, periodo nel quale mi dedico con più intensità a questo lavoro creativo, portando a termine un percorso che dura da almeno sei mesi.
Dove lavori?
Nella casa in cui vivo con la mia famiglia mi sono ricavata un angolino tutto mio dedicato all’illustrazione. Gli altri si sorprendono perché è proprio un posto piccolo, che sembra angusto. Per me è perfetto per far partire la mia fantasia.
Due note biografiche
Renata Gallio insegna lettere nella scuola media di Pravisdomini (Pn) ed è mamma di tre figli. Tra i riconoscimenti ottenuti finora: è stata premiata al concorso di Bordano nel 2003 e 2005, è stata selezionata alla fiera del libro per ragazzi di Bologna nel 2005 e 2006 e, nel 2008, alla biennale dell’illustrazione di Zagabria. Ha pubblicato in Italia con Campanotto Editore di Udine, Città Aperta Junior di Enna, Panini Ragazzi di Modena e all’estero con la spagnola OQO Editora (Valentino nel 2005 e Las dentaduras de Paco Palma nel 2006) e con l’americana Dial Book (Don’t call me Sidney).