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La realtà e l’estasi
Cinquant’anni di attività artistica

Vincenzo Balena, pittore e scultore milanese, che ha esposto più volte le sue opere alla Galleria Sagittaria di Pordenone, presenta il volume realizzato in occasione dei cinquant’anni di attività artistica. Saranno presenti all’incontro Angelo Bertani, Luisa Gastaldo, Giancarlo Pauletto e Andrea Simionato.

venerdì 16 settembre 2022
11:00
Pordenone | Auditorium Casa dello Studente Antonio Zanussi

La Realtà e l'Estasi

antiga edizioni

A CURA DI VINCENZO BALENA

Il libro compendia il percorso ormai cinquantennale dello scultore Vincenzo Balena a partire dalle prime reliquie di una sua zoologia fantastica (carcasse di uccelli perlustrate con la precisione e la cura dei dettagli degna di un entomologo, scimmie antropomorfe speculate con lo specillo del notomista che le osservi dalla sua teca gelida), per giungere ai suoi angeli dalle ali spezzate, ai bronchi scarmigliati dal fuoco e dall'acqua eraclitei, e in cui è rappresentato lo spirito profondo della nostra coscienza di contemporanei, costellata di tutti gli afrori e terrori abbagliati sull’orlo dell’abisso.

Marco Ceriani 2022

 

Vincenzo Balena,
pittore e scultore milanese, che ha esposto più volte le sue opere alla Galleria Sagittaria di Pordenone, in conversazione con
Angelo Bertani,
Luisa Gastaldo,
Giancarlo Pauletto,
Gian Mario Villalta
e Andrea Simionato.

Presenta
Roberto Costella

Vincenzo Balena (Milano, 1942) inizia l’attività artistica negli anni ’60 nel solco del realismo esistenziale, dedicandosi allo studio della morfologia animale.
Dai primi anni ’70 espone con regolarità alla Galleria Montrasio di Monza e alla Galleria del Naviglio di Milano.
Subito il suo lavoro incontra l’interesse e il sostegno di storici dell’arte e critici come Mario De Micheli e Marco Rosci, seguiti da Rossana Bossaglia, Carlo Pirovano e Lea Vergine.
Nei primi anni ’80, suggestionato dall’opera di Pier Paolo Pasolini, cui dedica una serie di dipinti e sculture, Balena entra in contatto con poeti, quali Antonio Porta, Giovanni Raboni e Roberto Sanesi, cui si aggiungeranno, negli anni a seguire, numerosi altri scrittori e critici d’arte.
È in particolare Raboni ad approfondire la successiva fase di ricerca sulla figura umana: disiecta membra, frammenti di terracotta sospesi a fili metallici.
Seguono sculture in cera, bronzo, legno e alluminio sbalzato, esposte in luoghi prestigiosi (come la Casa di Giorgione a Castelfranco Veneto) e in contesti internazionali (Dusseldorf, Praga, New York).
Intensi sono pure i rapporti col teatro per il quale Balena realizza sculture scenografiche e maschere, a partire dalla pièce “Nel tempo che non è più e non è ancora” (1989) per il Teatro del Buratto, con testi di Maurizio Cucchi, il poeta che, molti anni dopo, lo presenta nel contesto della 54a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
Proprio sul tema della maschera, che è un po’ una costante della ricerca artistica di Balena, è focalizzata una memorabile mostra tenutasi nel 2014 nella Villa Badoer a Fratta Polesine (RO), dove un ciclo di opere realizzate fra il 2005 e il 2006 (Antiqua terra mater) è posto in dialogo con la decorazione a grottesche della villa palladiana.
I lavori più recenti, affrancati da espliciti rimandi figurativi, esplorano le inedite risorse espressive dei rifiuti tecnologici, protesi della mente umana sottratte all’oblio indotto dal rapido evolversi dell’elettronica.
L’esposizione del 2017 alla Galleria Lorenzo Vatalaro di Milano sigla questa nuova svolta nel suo lavoro, pur all’interno di una ricerca che appare intimamente coerente: ora il recupero e la sapiente manipolazione da parte dell’artista di circuiti dei primi computer genera pagine di stenografie e misteriose scritture arcaiche, nell’eleganza di un’impaginazione che tuttavia adombra il rumore di fondo del caos primordiale, di un’origine oscura, cui l’artificio della retroilluminazione conferisce una particolare forza ipnotica.

 


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