TONINO CRAGNOLINI Congiura Assassinio Spregio
Inaugurazione domenica 6 ottobre 2013, ore 17.30
da domenica 6 ottobre a domenica 10 novembre 2013 |
San Vito al Tagliamento
Chiesa di San Lorenzo |
Ascolta la videointervista a cura di Giorgio Simonetti
S. VITO AL TAGLIAMENTO – Anticipazione d'autore per la XXII edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra di Pordenone: dal 6 ottobre al 10 novembre, infatti, nella Chiesa di San Lorenzo a S. Vito al Tagliamento, è in programma un evento espositivo curato dal PEC – Presenza e Cultura, un progetto speciale allestito in sinergia con il Comune di S. Vito al Tagliamento e con il Centro Iniziative Culturali Pordenone, in omaggio all'artista Tonino Cragnolini, pittore e incisore di Tarcento, personalità artistica fra le più note e stimate della regione. Le vicende friulane sono diventate spesso oggetto dell'indagine e dell'opera di Cragnolini, come nel caso della mostra di San Vito, focalizzata sulla figura di Bertrando di Saint Geniès, Patriarca di Aquileia, una delle personalità centrali della storia friulana. L'evento troverà sede in uno degli spazi storici più prestigiosi del Comune di San Vito: la Chiesa di San Lorenzo fu edificata già nel ‘400, su iniziativa della famiglia Altan.
Sono almeno tre i motivi che rendono particolarmente rilevante questa mostra di Tonino Cragnolini a San Vito. Innanzitutto, la grande personalità di artista tra i maggiori del Friuli. Personalità di artista, ma pure di uomo che esprime cultura e forza relazionale, energia e gentilezza in tutti i suoi rapporti oltre che nelle sue opere eccezionali. Questa mostra di San Vito, che ospita una serie di lavori di un ciclo particolarmente fortunato della carriera di Cagnolini, oltre a onorare l’artista, ci sembra possa essere accolta al meglio da una città che storicamente ma pure attualmente sa stare in cima alle classifiche di eccellenza culturale del nostro territorio. Ed è qui che si aggancia la seconda ragione di significatività dell’iniziativa. La collaborazione tra associazioni – Presenza e Cultura e Centro Iniziative Culturali operanti nell’ambito della Casa Zanussi di Pordenone – e un Comune senz’altro pilota per certe attività tutt’altro che localistiche. Last but not least, i promotori esprimono grande soddisfazione perchè la mostra tematica di Cragnolini è entrata in un progetto selezionato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, su iniziativa del PEC capofila, in collegamento con altre realtà cui si aggiunge ora il Comune di San Vito. Realtà anche internazionali che contribuiranno alla realizzazione della XXII edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra, arricchito da un ciclo di seminari e visite guidate sul tema cui è dedicata la mostra sanvitese di Tonino Cragnolini.
La lunga sequenza di lavori che Tonino Cragnolini ha realizzato - nel corso del suo pluridecennale lavoro - a partire da fatti appartenenti alla storia friulana, costituisce un corpus di immagini imponente, che si dà ormai come una sorta di “saga”: si pensi ai cicli dedicati alla “Zobia grassa”, al mugnaio Menocchio, alle “Confessioni” del Nievo, al “Federico II” - per citare quelli che mi vengono in mente per primi - e, naturalmente, al presente ciclo sulla vicenda del Patriarca Bertrando. “Cragnolini – spiega il critico d'arte Giancarlo Pauletto - è certamente, un autore “confitto” nel suo territorio, che è per lui casa e natura, orizzonte umano e nutrimento, storia essenziale e sorgente di significati. Ma appunto, è proprio la “primarietà” di questo rapporto, la sua essenzialità antropologica, che lo fa diventare pietra di paragone delle vicende umane, e quindi tutt’altro che occasione di folklore, al contrario, esso diventa lo strumento per esprimere una visione drammatica, conflittuale della storia, di tutta la storia. C’è infatti, al fondo della storia, l’invincibile necessità della sopravvivenza, e quindi un sostrato di violenza che va smascherato, che è compito della cultura e dell’arte mettere in evidenza, affinché dall’evidenza stessa nasca il rimedio – se rimedio sia possibile. Dunque le storie di Cragnolini sono storie “morali”, in esse la natura, intesa come sfondo consolatorio e maternale dell’agire dell’uomo, non c’è, c’è invece la “terra”, matrice del cibo e palcoscenico ove si rappresenta il teatro sanguinoso del potere. La storia del Patriarca Bertrando è una di queste e le tavole che l’artista ha realizzato per essa sono certo tra le più imponenti e potenti di tutta la sua attività”.