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Federica Pagnucco

Federica Pagnucco
Strani animali incastrati

Federica ti guarda da dietro i suoi occhiali, e hai già l’impressione che ciò che vede sia in realtà qualcosa d’altro. Lei è lì con te, ma la sua fantasia è sempre in moto, ti pare che si racconti parlandoti del suo mondo vivendo proprio in una dimensione parallela, tanto è l’entusiasmo che sa trasmettere. La sua vita, in ogni dimensione, ha qualcosa di artistico.

Come hai iniziato a disegnare?
Grazie alla mia mamma, che non mi ha mai fatto mancare i colori. Disegnare è sempre stato naturale, per me. Per questo non so come ho fatto a fare il liceo scientifico: forse sono sopravvissuta grazie proprio al disegno, che mi ha accompagnato sempre.

Hai incontrato qualche illustratore che ti ha ispirato in modo particolare?
Uno solo? Mi piacciono Stepan Žavrel e Kveta Pacovská, Chiara Carrer e
Maurizio Olivotto, Wolf Elbrucht e tanti altri. Ho seguito a Sarmede i corsi
di Linda Wolfsgruber, che mi piace come artista ed è un’amica, con lei ci
vediamo ancora.
In realtà gli incontri con altri illustratori mi hanno sempre arricchita, mi
hanno aiutata nella ricerca di un mio stile, che è come un calderone dove
ci stanno tutti.

Sei molto eclettica, infatti, ti piace cambiare.
Sì, la mia è una ricerca continua, che si basa su una cosa illuminante che
ha detto una volta Linda Wolfsgruber: “L’illustrazione non è una cosa da
bambini”, quindi ogni illustratore deve proseguire un suo percorso personale con serietà. Nel mio caso anche usando molto l’ironia.

Quali storie ti piacciono?
Non le storie melense. Sto rileggendo le fiabe classiche, che sono sempre
una bella sfida. Per esempio ho già illustrato un “Pinocchio”. Le case editrici di solito ti propongono la storia da illustrare, ma a me piace anche lavorare insieme agli autori, per creare qualcosa di nuovo. È quello che stiamo facendo con Giovanni Di Gregorio con “Incastri”, che ha ispirato anche le tavole in mostra. Lui scrive le parole, io raffiguro strane creature che nascono dal mettere insieme animali diversi. Speriamo di poter pubblicare questo lavoro, un giorno.

Che cosa ti piacerebbe illustrare?
Le idee non mi mancano, anzi, sono davvero troppe. Per esempio mi piacerebbe illustrare i sentimenti, come mi affascina lavorare sulle parole, sulle lettere dell’alfabeto. Penso anche a unire illustrazioni e ricette, immagini e proverbi, a partire, magari, da quelli friulani. Mi attira anche lavorare sull’incisione, una nuova frontiera che mi piacerebbe approfondire.

Quali colori usi?
I colori acrilici sono fantastici, permettono tante sperimentazioni. Ma
mi piace lavorare anche con la carta, i fili, i bottoni, la stoffa, cercando
nuove composizioni possibili.
Mi attirano sempre anche le lettere dell’alfabeto ritagliate, o i segni grafici di altre scritture, usati in collage: per esempio trovo che il coreano sia bellissimo. Il rosso, il blu e il bianco sono i miei colori preferiti. Il verde lo uso solo da un anno, mentre ho difficoltà con il rosa e il marrone.

La tua fantasia si esprime anche attraverso la costruzione di oggetti.
Soprattutto di legno. Preparo oggetti di artigianato artistico, come specchi, borse, giochi di legno, cornici. Poi, soprattutto durante l’estate, propongo questi miei lavori in giro per mercatini, tra Veneto e Friuli.

Dove lavori?
In una grandissima soffitta, che ha le finestre che si affacciano sugli alberi, sulla natura. Quando disegno devo preparare tantissime cose attorno a me, non mi piacciono gli spazi vuoti.

Due note biografiche
Federica Pagnucco vive e lavora a Valvasone. Ha ottenuto numerosi
riconoscimenti e partecipato a diverse esposizioni, sia in Italia che all’estero: le tavole in mostra arrivano dal Cj Book Picture Festival di Seoul, in Corea. Nel 2001 e 2005 è stata selezionata per la mostra dell’illustrazione della fiera internazionale del libro per ragazzi di Bologna, ha esposto anche alla mostra internazionale di illustrazione di Sarmede. Ha al suo attivo molte pubblicazioni con case editrici italiane, croate e inglesi. Ha esposto in diverse personali di illustrazione e oggetti artistici, ed ha realizzato anche scenografie. Progetta e costruisce oggetti d’arredo ed artistici e giochi, utilizzando soprattutto carta, legno e stoffa. Collabora con scuole ed enti nella progettazione di percorsi creativi e tiene corsi di illustrazione e laboratori espressivi.


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