Bruno Fadel
Diari della sopraffazione
Nell'ambito delle iniziative del XXVI Festival Internazionale di Musica Sacra 2017 Dialoghi di pace
da sabato 28 ottobre a domenica 17 dicembre 2017 |
Salone abbaziale Santa Maria in Silvis |
Clicca e ascolta la videointervista
a Giancarlo Pauletto, curatore della mostra
Mostra d’arte a cura di Presenza e Cultura e del Centro Iniziative Culturali Pordenone. In collaborazione con il Comune di Sesto al Reghena. A cura di Giancarlo Pauletto
INGRESSO LIBERO
Da quando lo conosco, e sono passati ormai tanti anni, non ho memoria che Bruno Fadel si sia mai applicato ad opere di pittura o di grafica – ma anche ad installazioni, o a lavori fotografici - che non fossero, in qualche modo, implicati con il sociale. Un sociale, intendo, non cavato da intenzioni pedagogiche, quasi egli ritenesse di avere il compito, o il dovere, di insegnare qualcosa agli altri: cavato, invece, dalla sua costituzionale incapacità di avvertire se stesso - in quanto uomo prima, e dunque inevitabilmente in quanto artista – come persona isolata dal resto della società, e quindi non implicata nei suoi travagli, non attraversata dalle sue crisi. Certo, ricordo opere degli anni novanta, e anche di prima, incardinate su una sorta di “sismografia del tempo”, opere in cui si registrava una personale reazione a contraddizioni di cui ciascuno ha esperienza nella vita quotidiana: ma ben lontane dal caratterizzarsi per chiusura e solipsismo, erano accompagnate da una così lata ed evidente proiezione oltre il sé, da diventare immediatamente segno aperto di condivisa umanità. Così quegli “Eventi” quei “Naufragi”, quei “Paesaggi” quei “Racconti” erano la testimonianza di un “vivere tra”, di un “essere con”, tanto è vero che nasceva, proprio nel duemila, in corrispondenza con l’istituzione del “Giorno della memoria”, quel lungo lavoro sul tema di Auschwitz che annovera ad oggi oltre cinquecento pagine di elaborazione e di testimonianza, mentre nello stesso tempo l’artista continuava a lavorare ad altri “libri” dedicati al tema dell’Olocausto e a quello del genocidio armeno, al tema dei migranti e della morte in mare, e in genere a temi legati alla testimonianza della contraddizione sociale e della guerra, centri focali di un’attenzione che coinvolge nello stesso clima d’indagine e sofferenza sia il soggetto che guarda, come la società medesima a cui egli è rivolto. (...)
Orari: dal venerdì alla domenica 10.00-12.00/15.00-18.00
Info: www.comune.sesto-al-reghena.pn.it / www.viedellabbazia-sesto.it
infopoint.sesto@tin.it / Ufficio Turistico - Sesto al Reghena tel. 0434.699701
CLARTET
quartetto di clarinetti del Conservatorio di Udine
Francesco Cristante
clarinetto soprano e piccolo
Federico Navone
clarinetto soprano
Giacomo Cozzi
clarinetto soprano
Leonardo Gasparotto
clarinetto soprano e basso
Allievi del prof. Davide Teodoro presso il Conservatorio Tomadini di Udine, hanno seguito masterclass con L.Luccheta, R.Rusche-Staudinger, V.Paci, F.Meloni, I.Frantisak, K.Groetsch. Il quartetto si è aggiudicato il primo premio assoluto alla terza edizione del concorso "Diapason d'oro" nella categoria "Musica da camera". Il repertorio comprende composizioni originali e trascrizioni che vanno dal periodo classico al Novecento.
PROGRAMMA
Guillaume Connesson (1970)
da Prelude et Funk: Prelude
Henri Tomasi (1901-1971)
da Trois Divertissement: Masquerade
Ferenc Farkas (1905-2000)
da Antiche Danze Ungheresi: Lassu
Pierre Max Dubois (1930-1995)
da Quatour: Pastorale - Allegro
Responsabili artistici Franco Calabretto, Eddi De Nadai, Giancarlo Pauletto
www.centroculturapordenone.it
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youtube.com/culturapn