Il Centro Kiran Village
L'India? Incredibile! Questo è l’aggettivo che mi sorge spontaneo al ritorno da questo straordinario Paese ed è probabilmente quello che meglio si presta a descriverla. Parole precise, una descrizione sintetica e chiara sono quasi impossibili. Il motivo è semplice: ero come immersa in un vortice. Tutto girava così in fretta... colori, suoni, odori, sapori, voci e pensieri che ne ero quasi sopraffatta: incredibile, appunto!
È il Paese delle contraddizioni e per ogni affermazione c'è quindi anche il suo esatto contrario. L'India è caos, frastuono, ma al tempo stesso è la patria della pace e della tranquillità interiore; è equilibrio ed esagerazione; è arroganza e infinita cortesia; logica e irrazionalità.
I due mesi trascorsi lì sicuramente non sono bastati a capirne l'essenza, ma mi hanno dato almeno la preziosa occasione di guardarla senza fretta. Per circa un mese e mezzo sono stata in un piccolissimo villaggio a circa quindici chilometri da Varanasi, un tempo chiamata Benares, ovvero la città sacra agli indù; città attraversata dal grande fiume Gange e da molti considerata la massima rappresentazione degli estremi e delle contraddizioni di questo Paese.
In questa piccola oasi fuori dal frastuono della città ho dato un aiuto, come volontaria, in un bellissimo centro per bambini e ragazzi disabili, chiamato Kiran Village. Qui ho avuto modo di capire un po' meglio la variegatissima cultura indiana e conoscere persone splendide, sempre sorridenti e infinitamente generose che hanno controbilanciato l'individualismo e l'arroganza che spesso, e specialmente nelle grandi città, mi è capitato di incontrare.
Di certo viaggiare da soli non è sempre facile, ma la vera differenza la fanno le persone che incontri lungo il viaggio. Personalmente non posso far altro che dirmi fortunata per aver scelto una strada così ricca di compagni di viaggio disponibili a darmi una mano in qualunque occasione…e se non un aiuto, sicuramente almeno un sorriso.
Le ultime settimane di permanenza le ho invece trascorse viaggiando lungo un percorso che quasi sempre ha costeggiato le rive della “Grande Madre Ganga”, da Varanasi fino a una delle sette sorgenti sacre tra le vette Himalayane.
La maggior parte delle foto è stata scattata nelle immediate vicinanze di questa “dea fiume”, oggetto di culto e imprescindibile presenza nella vita di ogni indù. Il filo conduttore della mostra è quindi stato scelto proprio nel percorso che porta “verso”, “lungo” e “nel” le sue acque.
Non ho certo la presunzione di essere una fotografa, ma nel mio piccolo ho cercato, con il (non sempre) semplice gesto dello scattare una foto, di catturare e cristallizzare stralci di vite che mi passavano accanto. Ho provato a cogliere e a trasmettere quello che lo sguardo assorto di un vecchio in riva al fiume o una donna che stende il bucato potevano nascondere. Ho voluto portare con me la prova tangibile di avere realmente visto e vissuto questi momenti…stampare su carta ciò che ho stampato nella memoria e nel cuore.
Irene Beltrame
Il Centro KIRAN Village
è nato nel 1990, fondato da Judith Keller, con l’intento di offrire alcuni servizi di prima necessità ai ragazzi con handicap fisici e/o mentali di Varanasi.
Nel corso degli anni il Centro si è progressivamente ampliato e le attività ora promosse sono molteplici e spaziano dal campo medico (trattamenti di fisioterapia, servizi di prevenzione contro le malattie infantili, protesi, etc.) a quello scolastico (programmi di studio, scuola elementare e professionale (formazione professionale).
Il centro è situato a Madhopur, un piccolo villaggio a circa quindici chilometri da Varanasi, nell’India del nord e offre i suoi servizi a tutta la zona circostante alla città.
Kiran Village, oltre ad offrire servizi di tipo medico ed educativo, è fornito di due strutture che ospitano, durante tutto il corso dell’anno, circa quaranta bambini e bambine orfani, poveri o le cui famiglie abitano troppo distanti dal centro, fornendo loro vitto e alloggio.
Kiran letteralmente significa “raggio di luce” e si presenta come un piccolo villaggio a tutti gli effetti; cosparso di case e strutture in mattoni rossi, dotato di un panificio (dove avviene la formazione professionale dei panettieri) e di un piccolo negozio (che vende gli oggetti prodotti da ragazzi e ragazze del centro); è immerso nel verde ed è dotato di acqua potabile. Il suo obiettivo è proprio quello di creare un atmosfera positiva e salutare dove tutti possano studiare e crescere in condizioni migliori. Un ambiente dove le caste non esistono e tutti hanno pari dignità e opportunità. Come dice il suo motto insomma: un vero e proprio raggio di luce e speranza nella vita.