L'arte di scrivere d'arte 2022
Sedicesima edizione del dialogo a più voci sui caratteri di stile e strategie di comunicazione della critica d’arte, ideato e condotto dal critico d’arte Fulvio Dell’Agnese
sabato 17 settembre 2022 |
10:30 |
Auditorium Casa dello Studente Antonio Zanussi
Via Concordia, 7 Pordenone |
CONVEGNO APERTO
Quali forme può assumere un “libro d’artista”? Meri Gorni ci mostra che la grafia di un appunto, disegno, fotografia e testo letterario possono fondersi sulla pagina in qualcosa di sorprendentemente organico: una sorta di luogo della creazione che veniamo accompagnati ad esplorare in punta di piedi. E – in traslucido rapporto con i testi – i disegni di Nicola Toffolini ci invitano, in La regimazione di acque e cuccioli di drago, a percorrere il Friuli Venezia Giulia con uno sguardo altrettanto aperto alla dimensione metafisica della realtà; quella che nelle “Guide d’artista” pensate dall’editore Centro Di entra in gioco a scompaginare coraggiosamente gli schemi del tipo di pubblicazione.
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LE VIDEOINTERVISTE
A MERI GORNI
NICOLA TOFFOLINI
E GIULIA GUIDI
Apertura ore 10.30
Maria Francesca Vassallo
Presidente Centro Iniziative Culturali Pordenone
Introduce e modera
Fulvio Dell’Agnese, storico dell'arte
Interventi
Una scrittura disegnata: esercizi del vedere
Meri Gorni
Artista
La regimazione di acque e cuccioli di drago.
Una guida d’artista del Friuli Venezia Giulia
Nicola Toffolini
Artista, designer
Giulia Guidi
Editore Centro Di
MERI GORNI artista, vive e lavora a Paderno Dugnano (MI).
Ha studiato Filosofia all'Università Statale di Milano.
Scrive e disegna. Quando scrive parla di pittura e immagini.
Nei suoi disegni, fotografie, video, ci sono sempre una parola, una frase, un concetto legato alla lettura e alla scrittura perché disegnare e scrivere per lei hanno la stessa radice. Da più di venti anni è impegnata a costruire un vocabolario visivo dove ad ogni parola fa corrispondere un video.
I suoi libri sono presenti nella Collezione Martano alla Watson Library, Metropolitan Museum N.Y. e nella Collezione Della Grazia al Mart di Rovereto.
Ha esposto in gallerie e musei in Italia e all’estero.
NICOLA TOFFOLINI (1975, Udine) è un artista, performer e designer che vive e lavora a Firenze e Coseano. Ha completato la sua formazione artistica in pittura all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Crea sculture, installazioni e disegni. Ha ricevuto la prestigiosa borsa di studio dell'American Pollock-Krasner Grant Foundation (USA), istituita in onore dell'eredità artistica di Lee Krasner e Jackson Pollock. Insieme all'artista Eva Geatti, è fondatore della compagnia teatrale sperimentale interdisciplinare Cosmesi (2003) e dello studio di progettazione Cickine (2017) nel campo del design. Ha anche esposto in mostre collettive e fiere presso: Frankfurter Kunstverein, Francoforte; Expo Shanghai e Shanghai Urban Planning Exhibition Center, Shanghai; Palazzo Strozzi, Firenze; Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, Milano; Artissima e Parco Arte Vivente, Fondazione 107, Torino; ArteFiera, Palazzo Re Enzo, Museo di Palazzo Poggi, Fondazione del Monte, Pinacoteca, Bologna; Drawing Room, Parigi; Drawing Lab, Madrid; Loft Project, San Pietroburgo; MACTE, Termoli; Fondazione Bevilacqua La Masa, Isola di Sant’Erasmo, Venezia; Orto Botanico, Palermo e Parma; Schusev Museum of Architecture, Mosca; Istituto Italiano di Cultura, Madrid e Lubiana.
Fino a inizio Novecento nelle arti visive esistevano ancora delle certezze:
se una tela stava appesa al muro era senza dubbio un quadro e le sculture erano forme tridimensionali plasmate per finire esposte su un piedistallo. Poi arrivarono la Natura morta con sedia impagliata di Picasso – oggetto che non descrive altro che se stesso, con la sua cornice di corda e il pezzo di tela cerata appiccicato fra le pennellate – e la Fontana orinatoio di Duchamp.
Da quel momento, individuare l’opera d’arte nel materico scenario della realtà quotidiana è divenuto assai complesso e, in tempi di Biennale, si sa che pure l’estintore e il guardiasala su una seggiola strappano sguardi indagatori – “Sarà un ready made, o una performance?” – ai visitatori più circospetti.
Con i libri, salvo incappare in una geniale provocazione sensoriale di Bruno Munari, i rischi sono sempre stati più contenuti: l’oggetto da sfogliare ha continuato ad obbedire a parametri perfettamente riconoscibili e i cosiddetti libri d’artista sono rimasti generalmente confinati nelle Gallerie, fuori dagli scaffali destinati a romanzi, poesie, saggi e fumetti.
Capita però che un libro, pur di aspetto tradizionale, scompagini le aspettative del lettore al di là delle ormai assimilate contaminazioni di genere: può accadere che la guida a un territorio, accanto a testi apparentemente oggettivi e funzionali, si strutturi in poesie e disegni che avviano il lettore alla scoperta di «un paesaggio innaturale ma bellissimo», in un percorso al tempo stesso concreto e metafisico, tracciato da ruscelli e laghi artificiali, dighe e canalette d’irrigazione, al termine del quale non si nutrono più perplessità riguardo al titolo (La regimazione di acque e cuccioli di drago) che pareva all’inizio incongruamente assimilare tratti geofisici e di incantata leggenda popolare.
E accade pure che un altro libro ci prometta dalla copertina (dove una leggendaria Olivetti ha sul rullo un disegno al tratto che pare battuto alla tastiera) quanto realmente avviene al suo interno, ovvero una coesione fra testo e immagini che “è” la storia; perché «le parole sono così. Fanno apparire e scomparire le figure disegnate con la penna», in quelli che si possono definire veri e propri Esercizi del vedere.
Nicola Toffolini e Meri Gorni sono gli autori dei volumi in questione, le cui pagine inevitabilmente si propongono quale punto di partenza per una più ampia considerazione dell’opera dei due artisti.
L’inchiostro di Nicola Toffolini descrive la natura con una precisione all’apparenza ossessiva, ma – specchiandosi in questo caso nelle poesie di Eva Geatti come in pozze dalla superficie increspata – ci conduce a una messa a fuoco sottilmente alterata del visibile: «Le mappe che posso vedere dal vero sono i contorni che fa la terra all’acqua», nello svolgersi di «una linea frastagliata [...] trascritta su una carta, seguita per chilometri senza dimenticare nessun angolo / come il naso di un cane che cerca».
E chissà cosa cerca il cavallino disegnato da Meri Gorni, che scompare nello spazio inesploso tra una pagina e l’altra. La penna di Meri mette alla prova la nostra disponibilità a dialogare con i libri, «con il loro mondo di immagini scritte». Nei suoi lavori la scrittura si fa materialmente disegno e da questo diventa naturale farsi accompagnare - in punta di piedi, aprendo la porta con delicatezza - dentro la camera dell’autrice o di scrittori del passato; in quelle stanze il tempo non è un problema, non viene bloccato neppure dalle fotografie, che lo rallentano solo per lasciarlo poi scivolare graficamente fuori dai propri bordi, dentro il racconto. Perché la vita, in buona parte, siamo chiamati ad immaginarcela: «il mondo di ciascuno è gli occhi che ha».
Fulvio Dell'Agnese
Hanno partecipato alle precedenti edizioni: Claudio Ambrosini, Giovanni Bianchi, Fabrizio Borin, Sandro Cappelletto, Massimo Carboni, Monica Centanni, Elio Ciol, Enrico Crispolti, Riccardo Falcinelli, Manuel Fanni Canelles, Federico Ferrari, Elisabetta Francescutti, Nicola Gardini, Francesca Ghedini, Marcello Ghilardi, Maria Pia Guermandi, Guido Guerzoni, Eleonora Marangoni, Melania Mazzucco, Tomaso Montanari, Giorgio Patrizi, Bruno Pedretti, Franco Piavoli, Marco Pierini, Davide Rondoni, Nicoletta Salomon, Fabio Scotto, Paola Somma, Claudio Spadoni, Ivan Theimer, Hans Tuzzi, Alessandro Zaccuri, Bruno Zanardi.