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Nane Zavango
La natura e le forme

Disegno. Pittura. Scultura. Mosaico

da domenica 16 settembre a domenica 30 dicembre 2012

Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea "Armando Pizzinato"

Galleria Sagittaria - Centro Culturale Casa A. Zanussi Pordenone

Palazzo Cossetti - Direzione Banca Popolare FriulAdria
 

La mostra organizzata da Comune di Pordenone, Centro Iniziative Culturali Pordenone e Banca Popolare FriulAdria, verrà inaugurata sabato 15 settembre 2012 alle ore 18.00 alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea "Armando Pizzinato"

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All’interno della vasta rassegna che il Comune di Pordenone, il Centro Iniziative Culturali Pordenone e Banca Popolare FriulAdria dedicano a Nane Zavagno in occasione del suo ottantesimo compleanno, il compito affidato alla Galleria Sagittaria è quello di dare maggior espansione ad un’area specifica della rassegna, quella dedicata agli ultimi anni di attività.

PER UN AMICO
Maria Francesca Vassallo
Presidente Centro Iniziative Culturali Pordenone
È con particolare piacere che il Centro Iniziative Culturali Pordenone collabora a realizzare – assieme al Comune di Pordenone, promotore dell’iniziativa, e Banca Popolare FriulAdria – la grande mostra dedicata a Nane Zavagno in occasione del suo ottantesimo compleanno. Zavagno, crediamo di poter dire, è un nostro vecchio amico, non solo come persona che da molti anni segue le iniziative del Centro, ma anche perché, come artista, più volte è stato presente negli spazi della Galleria Sagittaria: addirittura a partire dal 1969, all’interno della Prima Biennale dedicata agli artisti del Friuli Venezia Giulia.
Senza fare qui la storia delle sue presenze, bisognerà ricordare almeno l’antologica che si inaugurò nel dicembre del 1987, momento di sintesi di un’attività quasi trentennale ben testimoniata dalla pubblicazione di un importante catalogo, che metteva in logica sequenza le sue molteplici esperienze creative e presentava, per la prima volta, una nutrita antologia critica.
E citare, da ultimo, la sua attuale partecipazione alla mostra “Giardini d’arte dieci anni”, nel momento in cui scriviamo ancora in corso negli spazi cittadini ad essa dedicati.
Ma ulteriormente possono testimoniare di questa antica vicinanza le opere che, nel corso degli anni, Zavagno ha generosamente affidato al Centro, una classica “Pietra artificiale”, uno splendido “Rosone”, e alcuni bellissimi studi su carta.
La mostra allestita oggi alla Sagittaria – di cui si parla, nello specifico, qui di seguito – ha lo scopo di permettere al pubblico un ampliamento di visione: fecondissimi infatti sono stati e continuano ad essere gli ultimi tempi di attività dell’artista, che ha realizzato molte opere di singolare suggestione e bellezza, alle quali la nostra rassegna dà occasione di ulteriore spazio e visibilità, testimoniando l’inesausta capacità dell’artista di variare e approfondire i suoi temi. Insomma, un’invidiabile vitalità creativa.
È con piacere e ammirazione che ci complimentiamo, oggi, con Nane Zavagno.

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LE FORME INTERROGANTI DI ZAVAGNO
Giancarlo Pauletto
Curatore della mostra e del catalogo

(dal testo di presentazione della parte della mostra alla Galleria Sagittaria)

Gli anni duemila, e particolarmente gli ultimi, sono stati infatti per l’artista anni fecondissimi, e potremmo quasi dire toccati dalla grazia, se Zavagno non ci avesse abituato ormai da molto tempo a constatare l’alto livello del suo lavoro in opere che sono considerate ormai classiche.
Mi riferisco, per fare qualche esempio, agli “allumini”, ai “rosoni”, alle grandi tele dal sapore naturalistico, a tutta la serie delle sculture a dittico, per ricordare solo alcuni ambiti operativi di questo nostro essenziale autore.
L’attuale rassegna vede esposte molte opere inedite, ricavate specialmente dall’amplissima produzione grafica, e ad una sequenza di opere grafiche è anche dedicata la mostra della “Sagittaria”, che si sofferma su un settore il quale, presente naturalmente anche negli spazi della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato”, dove è il centro della rassegna, ha qui un’espansione che permetterà ai visitatori di verificare ulteriormente quantità e qualità del lavoro recente di Zavagno.
In queste opere viene tematizzata una “forma” che ha evidenti legami con la produzione scultorea dell’artista, quella che inscena opere dalla potente significazione primaria in ambiti di natura dentro i quali esse, contrastando ed insieme collegandosi con ciò che possiamo definire il “naturale”, ne pongono in evidenza la sostanziale inconoscibilità, il mistero attorno al quale l’umano non può che trasalire e nello stesso tempo indagare, riconoscendosi parte di quel mistero medesimo.
Sono forme caratterizzate sempre dalla stessa attitudine, qualunque ne sia il formato, grande o talora anche molto piccolo: occupano orizzontalmente tutto lo spazio della superficie, lasciando filtrare solo in alto e in basso spiragli e contrasti di colore che ne definiscono la struttura, la quale può richiamare, anche qui, forme di una natura primaria, configurazioni geologiche, superfici desertiche ma anche, più semplicemente, suggestioni volumetriche che attendono continue variazioni dall’invenzione dell’autore.
Ne viene, complessivamente, una suggestione potente, l’osservatore può sentirsi come introdotto in un mondo “altro”, un mondo di “silenzi in cui le cose/ s’abbandonano e sembrano vicine/ a tradire il loro ultimo segreto”, come dice Eugenio Montale nei celebri versi del componimento “I limoni”, in “Ossi di seppia”.
E l’artista fa continuamente vivere tutte le superfici attraverso interventi di segno e colore che continuamente impediscono il loro raggelamento in puro fatto mentale, mantenendole sempre nell’ambito di una evidente metafora naturalistico-esistenziale.
Assistiamo così ad una serie di variazioni che, dal nero profondo al bianco all’azzurro incrociano via via molte altre tonalità di colore e molti formati, divagando da una sempre allusiva dimensione naturalistica – luci filtranti attraverso gole rocciose o marmoree, notturni in ignoti ambienti spazio-planetari e simili – allo spiegato piacere di partiture grafiche, che sfiorano una sorta di grande divertimento inventivo lieto di se stesso.
Non è tuttavia quest’ultimo il senso profondo di questa attività, anche se può risultare affascinante in virtù della sapienza operativa dell’autore.
Il senso vero ci pare invece quello di un’indagine, continua perché inesauribile, sul grande interrogativo della presenza della vita nel cosmo.

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413a mostra d’arte
dal 16 settembre al 30 dicembre 2012
Galleria Sagittaria - Pordenone, via Concordia 7
Feriale 16.00 - 19.00 - Festivo 10.30 - 12.30, 16.00 - 19.00
Chiuso i giorni 1 novembre, 24, 25, 26, dicembre 2012
Ingresso libero

Informazioni
Centro Iniziative Culturali Pordenone via Concordia 7 - telefono 0434.553205
cicp@centroculturapordenone.it

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