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Klaus Karl Mehrkens

Acqueforti e disegni

dal 19 maggio al 21 luglio 2012
Galleria Sagittaria Pordenone

Dal TG3 regionale del 20 maggio 2012

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L’arte di Mehrkens è legata a un realismo di larga, fantasiosa fattura, il suo segno, disegnato e inciso, ha la libertà e la forza della sintesi, intuisce i dati visivi e li trasforma in espressiva, ma sempre calibrata e calcolata spazialità.


E' nato a Brema nel 1955, vive da molti anni in Italia, attualmente a Spello, in Umbria. Pittore, disegnatore, incisore, ambiti nei quali molto cospicua è la sua produzione, sia in termini qualitativi che quantitativi. Nel 1986, a Milano, Giovanni Testori lo presenta in una importante mostra presso lo Studio d’Arte Cannaviello.
Partecipa da allora a molte iniziative, tra l’altro a Firenze, con testo in catalogo di Maurizio Calvesi, a Forlì, a Roma, a Pietrasanta in Toscana e in molte altre città, sia in mostre personali che in mostre di gruppo.
La mostra che si aprirà presso la Galleria Sagittaria del Centro Iniziative Culturali Pordenone presenterà circa una cinquantina di lavori dell’artista.
Essa viene realizzata in collaborazione con la Stamperia d’Arte Albicocco di Udine, ed è curata dal critico Giancarlo Pauletto.
La mostra è organizzata dal Centro Iniziative Culturali Pordenone con il sostegno di Banca Popolare Friuladria-Crédit Agricole.

La mostra rimarrà aperta fino al 21 luglio 2012.
L’ingresso è libero, con i seguenti orari: feriale 16.00-19.00;
festivo 10.30-12.30/16.00-19.00. Chiuso il 2 giugno 2012 e tutte le domeniche di luglio.
Tutti i sabati di luglio chiusura ore 18.00

 

Si era avuta l’opportunità di vedere qualche tavola di Klaus Karl Mehrkens

– a Pordenone, presso la Galleria Sagittaria – qualche anno addietro, in occasione di un’altra rassegna realizzata dal Centro Iniziative Culturali con il prezioso contributo della Stamperia d’Arte Albicocco di Udine.

L’impatto con un artista così straordinariamente efficace nel segno, e nell’uso che potremo definire “rabdomantico” del colore, aveva lasciato vivo il desiderio di una conoscenza più articolata, che desse maggiori possibilità di approfondire un’arte così viva nella sua propensione lirico-drammatica.

Ciò che oggi si realizza sempre per merito della abituale e cortesissima disponibilità della Stamperia, che ha radunato circa una trentina di incisioni dell’artista, anche di grande formato, e in più un importante gruppo di disegni che ci permettono di penetrare ulteriormente nel suo laboratorio.
Klaus Karl Mehrkens, nato a Brema nel 1955 e diplomato nel 1982 presso l’Accademia di Braunschwieg, viene in Italia, a Milano, nel 1985 e ottiene rapidamente l’attenzione di critici quali Bonito Oliva, Testori, Calvesi - solo per citare qualche nome - partecipando ad un ampio numero di importanti mostre di gruppo e allestendo diverse personali, oltre che a Milano, in città quali Firenze, Roma, Ferrara, Forlì, Pavia, Pietrasanta, Cattolica, Udine e via dicendo.
E’ pittore di intensa, raffinata, sottile capacità cromatica, mentre nell’incisione e nel disegno è il segno che domina, un segno immediato, potente, originario, che allude e crea atmosfere, dando vita a situazioni cariche di intensa e spesso desolata significanza.
Una serie di strepitosi paesaggi sembrano realizzati, nella conduzione del segno, con la spontaneità e la sicurezza con cui potrebbe disegnarli un bambino, e anche il colore, quando c’è, sembra apposto sulla superficie con una sorta di immediatezza intuitiva che miracolosamente – rabdomanticamente, come dicevamo – va a collocarsi al suo posto e sottolinea con la sua giustezza il senso complessivo dell’immagine.
Questo senso complessivo è tuttavia – assai diversamente che nei bambini, ma è chiaro che il paragone intendeva unicamente sottolineare l’immediatezza espressiva dell’artista, il fatto che il suo segnare diventa subito immagine, atmosfera, concreta realtà liricamente rivissuta -; questo senso complessivo – dicevamo - è teso, drammatico, le periferie urbane che generalmente questi paesaggi rappresentano sono intrise di solitudine, del senso di una vita precaria e abbandonata.
Analizzando più a fondo, si può forse comprendere qual è la maestria che presiede a questa emozione visiva, ad un impatto che tocca fortemente lo spettatore avvertito.(...)

Giancarlo Pauletto (dal testo in catalogo)

Grafica: antologica di KK Mehrkens 2.3 MB
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