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L'arte di scrivere d'arte 2024

Diciottesima edizione del dialogo a più voci sui caratteri di stile e strategie di comunicazione della critica d’arte, ideato e condotto dal critico d’arte Fulvio Dell’Agnese

sabato 21 settembre 2024
10:30
Auditorium Casa dello Studente Antonio Zanussi Pordenone
Via Concordia, 7

CONVEGNO APERTO


Apertura ore 10.30
Maria Francesca Vassallo
Presidente Centro Iniziative Culturali Pordenone

Introduce e modera
Fulvio Dell’Agnese, storico dell'arte

Intervento
Dipingere pensieri.
Una storia dell’arte che indaga i miti, chi li sceglie e chi li narra.

Sonia Cavicchioli, docente di Storia dell'Arte moderna, Università di Bologna

 Gradita la PRENOTAZIONE

 

Sonia Cavicchioli, PhD, insegna Storia dell’Arte moderna all’Università di Bologna. In precedenza ha lavorato come storica dell’arte del Ministero per i Beni culturali alla Galleria Estense di Modena, con compiti di tutela e ricerca.
È membro del Comité International d’Histoire de l’Art (C.I.H.A.) sezione Italia. Fra i suoi interessi di ricerca vi sono il mecenatismo e la politica culturale degli Estensi di Ferrara e Modena in età moderna e l’arte norditaliana dei secoli XVI e XVII, la committenza della Congregazione benedettina cassinese, la ricezione dei temi classici e biblici. A questi temi ha dedicato libri e convegni. È autrice delle monografie: Le metamorfosi di Psiche. Iconografia della favola di Psiche, Venezia, Marsilio, 2002 (tradotta in francese e inglese); “L’Aquila e ’l Pardo”. Rinaldo I e il mecenatismo di casa d’Este nel Seicento, Modena, Panini, 2015; Dipingere pensieri. Francesco IV d’Austria-Este e la decorazione del Palazzo Ducale di Modena (1814-1846), Trieste, EUT, 2022. Ha curato, fra gli altri, i volumi: Les figures de David à la Renaissance, con E. Boillet, P.A. Mellet, Genève, Librairie Droz, 2014; Benedettini in Europa. Cultura e committenze, restauri e nuove funzioni, con V. Vandelli, Modena, Panini, 2017; Raffaello Mito e percezione, con D. Benati, S. Costa, M. Faietti, Bologna, BUP, 2021.

 

Bellezza 3,4%

«Bellezza, a nostro avviso, dovrebbe essere, in una immaginaria carta di identità dell’Italia, il primo fra i suoi segni particolari». Inizia così il testo di Maria Agostina Cabiddu, costituzionalista, che i ragazzi di quinta superiore si sono visti proporre fra le tracce della prova di Italiano nel corso dell’Esame di Stato, lo scorso giugno. Riprendo dall’ampia citazione tre passaggi fondamentali.
Primo: per l’Italia, esser bella significa essere connotata «dal suo immenso patrimonio naturale e culturale, che non ha eguali nel resto del mondo, e dalla densità e diffusione, cioè dal radicamento di questo patrimonio nel territorio, nella storia e nella coscienza del suo popolo».
Secondo: ieri, ammirevole fu la «intuizione dei Costituenti di riunire in un unico articolo e di collocare fra i principi fondamentali la promozione dello sviluppo culturale e della ricerca scientifica e tecnica e la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione», affermando così la «loro consapevolezza circa lo stretto legame tra memoria del passato e proiezione nel futuro di un Paese così ricco di storia, natura e cultura come l’Italia».
Terzo: oggi, «la crescente domanda di arte, di musica, di paesaggio, di letteratura, in una parola di “bellezza” non può, in alcun modo, essere ricondotta […] all’effimero e al superfluo. Al contrario, essa ha direttamente a che fare con il senso di appartenenza, di identità e memoria, con il benessere e la (qualità della) vita delle persone e delle comunità, insomma con una cittadinanza pleno iure e se è così nessuno deve rimanerne escluso».
Chiarissimo e ampiamente sottoscrivibile.
Di chiaro, tuttavia, c’è anche un dato statistico: solo il 3,4% degli studenti ha deciso di affrontare questo tema (ultimo per gradimento in ogni indirizzo, dal Liceo – 2,9% – agli Istituti tecnici e professionali – 4,0% –), mentre il 28,9% (con picchi al 42,4%) ha scelto la traccia che proponeva di riflettere sul tramonto della forma letteraria del diario a favore della «rappresentazione di sé rivolta immediatamente agli altri» dell’era digitale, fatta di selfie e di storie “postate” con un clic.
Segno di una straziante nostalgia della letteratura diaristica? È lecito pensare di no, e supporre che a determinare percentuali di preferenza così nette sia stata la istintiva familiarità dei ragazzi con l’argomento, ovvero con il bisogno di condividere la propria immagine – come la tecnologia permette di fare – in adesione a schemi precisi. E altrettanto marcata pare dimostrarsi – dicono i numeri – l’indifferenza o la ritrosia nei confronti di temi quali storia, arte e cittadinanza, dei quali – nella loro stretta interrelazione – a scuola si parla eccome, ma che a quanto pare non mettono radici; scivolano via come un’interrogazione e ben poco incidono nel sentimento del proprio essere, individuale o collettivo.
È un dato di fatto: la transizione dalle intime annotazioni diaristiche al riflesso di sé condiviso sui social è stata chiaramente percepita dai diciottenni quale terreno su cui esprimersi con ben altra convinzione, rispetto ai valori etici e culturali del patrimonio artistico. Che si tratti di due facce della stessa medaglia, di uno scollamento esplicito? Che del valore identitario dell’arte non resti proprio nulla alle nuove generazioni di italiani, nonostante essa, quando viene fruita, passi molto spesso attraverso una veloce inquadratura al cellulare, veicolo di ogni giovanile comunicazione?
Anche se così fosse, discorrere con una bravissima studiosa come Sonia Cavicchioli dei suoi temi di indagine non significherà certo rifugiarsi in un hortus conclusus al riparo dalle criticità culturali contemporanee. Anzi, proprio indagare insieme a lei i legami delle opere d’arte con il mito e la tradizione letteraria classica, con la committenza e le strutture monastiche, costituirà l’occasione per affondare lo sguardo in quegli spazi interdisciplinari, fitti di discontinuità e socialmente significativi, attraverso cui devono per forza plasmare il proprio gusto i fruitori d’arte che si vogliano dire cittadini della realtà e non solo di Instagram.

Fulvio Dell'Agnese

 

 

 

 

Hanno partecipato alle precedenti edizioni: Claudio Ambrosini, Giovanni Bianchi, Fabrizio Borin, Roberto Calabretto, Sandro Cappelletto, Massimo Carboni, Monica Centanni, Elio Ciol, Enrico Crispolti, Riccardo Falcinelli, Manuel Fanni Canelles, Federico Ferrari, Elisabetta Francescutti, Nicola Gardini, Francesca Ghedini, Marcello Ghilardi, Meri Gorni, Maria Pia Guermandi, Guido Guerzoni, Eleonora Marangoni, Melania Mazzucco, Tomaso Montanari, Giorgio Patrizi, Bruno Pedretti, Franco Piavoli, Marco Pierini, Davide Rondoni, Nicoletta Salomon, Fabio Scotto, Paola Somma, Claudio Spadoni, Ivan Theimer, Nicola Toffolini, Hans Tuzzi, Alessandro Zaccuri, Bruno Zanardi.

 

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