Brave New Humanity
Il futuro artificiale che ci aspetta
dal 1 al 22 febbraio 2024 |
IRSE NARRATORI D'EUROPA / 16
Auditorium Casa dello Studente Zanussi, Pordenone |
IN PRESENZA E IN DIRETTA STREAMING
PARTECIPAZIONE GRATUITA SU PRENOTAZIONE
Ampio spazio al dibattito con interventi liberi.
Attestato di frequenza su richiesta.
>>> VAI AL PROGRAMMA E PRENOTA <<<
>>> GUARDA LE REGISTRAZIONI DELLE DIRETTE STREAMING <<<
Esiste un genere diffusissimo in Europa, quello della speculative fiction, che interpreta con inquietanti scenari la contemporaneità, divenendo celebrazione e analisi critica a un tempo delle conquiste umane. Nel Novecento avremmo parlato di letteratura fantascientifica e distopica. Se, infatti, George Orwell immaginava in 1984 un totalitarismo tecnocratico ancora solo paventato; se già a metà del secolo Isaac Asimov formulava nei suoi racconti le Tre leggi della robotica; se nel 1968 P. K. Dicks prefigurava la caduta di ogni distinzione tra umano e artificiale, oggi le prospettive, una volta date per visionarie e futuribili, sono divenute realtà abitate, che comportano precise conseguenze in ambito morale e antropologico, neurologico e comportamentale.
Così i britannici Ian Mc Ewan e Cass Hunter si soffermano sulle macchine che imparano e si emozionano, in tutto simili ai chatbot dall’apprendimento automatico di OpenAI; la francese Delphine De Vigan costruisce un giallo che scava nell’interazione tra realtà materiale e analogica che oggi chiamiamo Onlife; e l’olandese Hanna Bervoets ci trasporta nel mondo pervasivo dei Social, quello di chi visiona continuamente contenuti che istigano alla falsità, all’odio e alla violenza.
Siamo insomma in un presente fluido che è già futuro - ci avvertono questi scrittori - in una dimensione dai confini labili, in cui si confondono e intrecciano pericolosamente audacia e coraggio, rischio e presunzione: a BRAVE NEW HUMANITY per l’appunto. Stefania Savocco