Il rispetto dell'identità sessuale anche nella sofferenza e fragilità
Un riferimento per la costruzione di rapporti virtuosi
«Ecco il mio servo che io sostengo, / il mio eletto in cui mi
compiaccio. / Non spezzerà una canna incrinata, /
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta».
(Isaia 42,1.3)
«La psicologia contemporanea ha esplorato certe regioni infernali
delle profondità della persona, ma è stata meno attenta a quelli
che si potrebbero chiamare i suoi abissi superiori,
in cui si affondano l’esaltazione creatrice e la vita mistica.
La vita della persona è avvinta, per natura, a una sua intimità. Il
riserbo nell’esprimersi, la discrezione, è l’omaggio che la persona
rende alla sua infinità interiore. Il pudore fisico significa che io
sono infinitamente più del mio corpo guardato o colto dagli altri;
e alla stessa maniera il pudore dei sentimenti. Il contrario
del pudore è la volgarità, l’accettare di essere solo la nostra
apparenza immediata, di esibirsi sotto lo sguardo del pubblico».
(Emmanuel Mounier, «Il personalismo»)
Tutta la delicatezza dell’interrogativo sul senso della affettività e sessualità nella persona sofferente o fragile, vorremmo trovasse, in certa misura, qualche argomento di risposta in queste nostre riflessioni. Affrontare dal profilo etico, senza superficialità e moralismi, il tema del rispetto della identità sessuale di qualsiasi persona, in qualsiasi situazione anche dolorosa venga a trovarsi, richiede una serie di approfondimenti che qui possono venire appena toccati. Cerchiamo di farlo, al meglio possibile, ponendoci una sorta di vocabolario su cui operare dei richiami di concetti che speriamo abbastanza condivisi, per quindi concludere con alcuni orientamenti concreti.
I concetti su cui intendiamo almeno un po’ soffermarci, corrispondono esattamente ai quattro termini che compongono il tema affidatoci. Per la logica del ragionamento che ci proponiamo di svolgere e nell’intento di risultare più chiari e semplici possibile, cercheremo di partire dall’idea di “identità”, per specificarla nel segno della “sessualità” e quindi nell’ambito di una “persona sofferente o fragile”, per infine il valore del “rispetto” prima della persona per se stessa, e quindi di chi la accosta, a cominciare dai più intimi.