Lo scarabeo d'oro

PREMIO FOTOGRAFIA
Per un’opera che, nelle riprese, evidenzi particolare cura della “fotografia”

A Federica Favot di Caneva (PN)
Liceo Artistico Bruno Munari di Vittorio Veneto (TV)

La fotografia colpisce subito chi segue questa storia, costruita con immagini in bianco e nero con un contrasto molto netto, come a sottolineare in maniera decisa quali sono i buoni e i cattivi della storia. L’originalità della narrazione sta nella scelta di declinare l’omicidio in questione richiamando certe pellicole degli anni Quaranta, dove il detective aveva una parte preponderante e la risoluzione del caso era affidata alla logica e all’intuizione e non, come negli ultimi anni, esclusivamente alla ricerca tecnologica e scientifica delle prove. Qui il detective è interpretato, in modo paradossale ma magistrale, da un ragazzino, molto preso nella sua parte, che deve indagare sulla morte di uno scarabeo d’oro. Gli indagati sono tre, tutti con un movente difficile da individuare, ma legati tra loro da torbidi legami. I tre indiziati hanno facce particolari, forse insospettabili, ma l’acutezza del detective metterà, alla fine, ordine nel puzzle dell’intricata storia. L’ambientazione al chiuso di una biblioteca alla Nero Wolf, oppure tra gli alberi di un bosco, è sempre curata nei minimi particolari. Interessanti le inquadrature, che mettono in risalto i primi piani dei volti dei personaggi, o gli oggetti che di volta in volta sono importanti nell’indagine.

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