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Sala Stampa

Da Il Momento, dicembre 2010, pag. 11

IL RISORGIMENTO CI INTERROGA
SU UN NUOVO RUOLO DELL’EUROPA

Concluso il Corso dell’Istituto Regionale di Studi Europei su “Europa e Italia unità in corso d’opera”. Interventi di Fabio Bertini, Giuliano Garavini, Nicoletta Padoani. Dalle teorie pre-unitarie alla costruzione dello Stato alle sfide attuali

 

Quale Italia e quale Europa ci interessa? La domanda non è parsa inutile – nonostante la crisi e le tentazioni a chiudersi nel proprio particolare – ai numerosi partecipanti al corso su “Europa e Italia unità in corso d’opera”, proposto a Pordenone dall’IRSE, l’Istituto Regionale di Studi Europei del Friuli Venezia Giulia. Una media di centottanta presenze per la serie di incontri conclusasi il 9 dicembre con la presenza dello storico Giuliano Garavini, autore del recente volume “Dopo gli imperi. L’integrazione europea nello scontro Nord-Sud”.
«...Giuliano Garavini – ha scritto Luciano Barca – ha regalato alla cultura italiana un bel libro sull’Europa scritto in modo tale da poter essere letto anche da chi storico non è e sia tuttavia desideroso di capire quali saranno dopo la crisi che stiamo vivendo, gli orizzonti della nostra vita e i riferimenti cui guardare per sentirci membri delle nuove grandi comunità che stanno sorgendo... e ricercare nuovi spazi per la nostra cultura, il nostro lavoro, le nostre intraprese e la nostra felicità».
«C’è bisogno più che mai di un dibattito sull’Europa – afferma Garavini – ma non di un dibattito su come occupare tutte le possibili posizioni di potere che Bruxelles offrirà in futuro, ma piuttosto di un dibattito su come ribaltare il paradigma della privatizzazione che domina attualmente il processo d’integrazione e che porterà gli Stati a perdere strumenti di coesione sociale, ed inevitabilmente indebolirà anche tutto il processo integrativo. Dopo la bocciatura della Costituzione europea i gruppi dirigenti europei sono rimasti sordi alla necessità di un dibattito per un nuovo modello di integrazione che rilanci il ruolo del pubblico e della partecipazione democratica. Fino a quando non lo affronteranno la crisi che attualmente percorre l’Europa non cesserà, nonostante l’entrata in vigore del trattato di Lisbona».
Il Corso Irse era stato aperto dal prof. Fabio Bertini, storico dell’Università di Firenze aveva trattato del Risorgimento italiano come pagina speciale del rinnovamento europeo dell’Ottocento. Analizzando gli scenari europei dei decenni precedenti al 1860, ricchi di innovazioni tecnologiche ed economiche. Anni importanti in Europa, in cui si andava evidenziando la sfida tra capitale e lavoro, e l’emergere della questione sociale. E, attorno a questa sfida, le elaborazioni politico-culturali e il farsi di una cultura democratica europea, con il contributo – non di poco conto – di giovani italiani come Mazzini, esiliato in Inghilterra, Carlo Pisacane, Giuseppe Ferrari.
Sono seguite tre specifiche lezioni di approfondimento sul Risorgimento italiano, condotte dalla prof.ssa Nicoletta Padoani, per ripercorrere i passi iniziali che il nostro Paese ha fatto per diventare Italia, riflettendo sul dibattito politico degli anni precedenti l’unità: monarchia o repubblica? Stato unitario o federale? Perché i Savoia carta vincente? E, dopo la proclamazione del Regno d’Italia, le difficoltà incontrate, le scelte compiute (scuola, strade, istituzioni…) quelle incompiute e i problemi già allora aperti: la questione romana, l’affacciarsi della “questione meridionale”.
Attraverso anche la lettura di testi originali, Padoani ha guidato all’analisi delle diverse teorie pre-unitarie, Vincenzo Gioberti e il neoguelfismo, l’ipotesi di un’Italia indipendente, presieduta dal Papa; Gian Battista Niccolini, repubblicano, neoghibellino, e le sue analisi dei mali d’Italia come conseguenza del potere temporale dei Papi e le idee dei federalisti democratici repubblicani con la grande figura di Carlo Cattaneo, considerato il padre del federalismo, le cui idee vanno studiate e non superficialmente strumentalizzate: “...il federalismo è la teoria della libertà, l’unica possibile teorica della libertà”.
Un intero incontro è stato dedicato al tenace avvio di riforme economiche da parte di Cavour, il suo preveggente impegno su scuole e trasporti (in 14 anni, dal 1848 al 1862, fu messa in piedi dal nulla una intera rete ferroviaria) e sulla politica fiscale (nel 1852, come ministro alle finanze, Cavour aveva esteso la presunzione di reddito a parametri correlati all’attività professionale e di impresa, oltre che al valore dell'abitazione...).
Tematiche tuttora vivissime: un Risorgimento tutto da studiare, andando oltre l’agiografia con i protagonisti ridotti a santini, e le date di battaglie imparate a memoria.
Una storia recente che ci riguarda, per rinsaldare un impegno civico non più prorogabile.
Laura Zuzzi
 

Comunicato Stampa 19.10.2010

150 ANNI DI UNITÀ IN CORSO D'OPERA
Da giovedì 4 novembre nuovi appuntamenti di storia Italiana
e europea all'IRSE. Iscrizioni aperte

Tempo di crisi e di grande allontanamento dalla politica. Difficile trovare un entusiasmo celebrativo per il 150 anni dell'Unità d'Italia. Due italiani su tre, secondo un recente sondaggio, non sanno neppure che nel 2011 cade questo centocinquantesimo anniversario. Un entusiasmo che c'è stato invece nel centenario del 1961, quando era scoppiato il boom, quando stavamo diventando ricchi e ci univa tutti la speranza che l'Italia sarebbe diventata grande. Oggi invece in ogni ambiente si vive una tendenza alla frammentazione, cresce la sfiducia nell�utilità di mettersi insieme per contribuire a gestire la cosa pubblica, anche quella più vicina, come la scuola dei propri figli. E il disgusto crescente per una certa politica fa il resto. Quindi verrebbe da chiedersi: quale Italia e quale Europa ci interessa?

Tuttavia questo anniversario è un appuntamento che l'IRSE, l'Istituto Regionale Studi Europei vuole cogliere come occasione per portare un qualche contributo a una ripresa di consapevolezza politica e morale. Di qui la serie di incontri dal titolo "Europa e Italia: unità in corso d'opera", che prende l'avvio giovedì 4 novembre, inserita nell'articolato contesto dei corsi di cultura storico politica e formazione europea, proposti da oltre trent'anni dall'Istituto. Si inizierà trattando di Risorgimento italiano come "pagina speciale" del rinnovamento europeo. Si ripercorreranno i passi iniziali che il nostro Paese ha fatto per diventare Italia, riflettendo sul dibattito politico degli anni precedenti l'unità: monarchia o repubblica? Stato unitario o federale? Perché i Savoia carta vincente? E, dopo la proclamazione del Regno d'Italia, le difficoltà incontrate, le scelte compiute (scuola, strade, istituzioni�) quelle incompiute e i problemi già allora aperti: la questione romana, l'affacciarsi della "questione meridionale".

Nella convinzione che la consapevolezza del percorso serva anche a capire meglio il presente, e ad assumere, ognuno nel proprio ruolo e nel proprio "locale", un più attivo ruolo civico. Possa servire anche ad impegnarsi in un federalismo dei fatti, per nulla in antitesi con il proseguire quel progetto di unità avviato un secolo e mezzo fa. E, con questa consapevolezza, contribuire anche al cammino democratico di un'Europa in progress.

Il Corso si apre giovedì 4 novembre (ore 15.30 Auditorium Casa dello Studente Zanussi Pordenone) con l'intervento di Fabio Bertini, storico dell'Università di Firenze, autore di "La democrazia europea e il laboratorio risorgimentale italiano". Seguiranno tre lezioni centrate sulle tappe di costruzione dello Stato unitario, curate da Nicoletta Padoani, docente di storia nei Licei, concluderà la serie l'intervento di Giuliano Garavini, docente di Storia contemporaneo all'Università della Calabria e autore del recente volume "Dopo gli imperi: l'integrazione europea nello scontro Nord-Sud". Gli incontri, come consuetudine, sono aperti a tutti gli interessati, per creare in ambito di dibattito ulteriori occasioni di confronto e crescita intergenerazionale. Partecipazione gratuita, ma è gradita l'iscrizione che dà diritto anche a materiali di appoggio. Programma dettagliato al www.centroculturapordenone.it/irse. Informazione all'IRSE 0434 365326.

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