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Intrecci al femminile

XXXIII Corso di cultura storico-politica

da venerdì 19 novembre a venerdì 17 dicembre 2004
Auditorium Centro Culturale Casa A. Zanussi
Via Concordia 7 Pordenone
Venerdì 19 novembre 2004 ore 18.00
CUORI PENSANTI DEL NOVECENTO

Simone Weil, Edith Stein, Maria Zambrano e Hanna Arendt oltre la banalità del male
Laura Boella, Docente di Filosofia Morale, Università degli Studi di Milano

Laura Boella è professore straordinario di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano e fa parte della redazione della rivista “aut aut”. Ha pubblicato saggi sul pensiero di Lukacs, Bloch, Simmel, e su diverse figure del pensiero femminile del Novecento. Tre le sue opere più recenti vanno ricordati Hannah Arendt. Agire politicamente, pensare politicamente Feltrinelli, Milano 1995; Cuori pensanti. Hannah Arendt, Simone Weil, Edith Stein, Maria Zambrano, Tre Lune, Mantova 1998; Le imperdonabili. Etty Hillesum, Cristina Campo, Ingeborg Bachmann, Marina Cvetaeva, Tre Lune, Mantova 2000; Per amore di altro. L’empatia a partire da Edith Stein, Raffaello Cortina, Milano 2000 (in collaborazione con Annarosa Buttarelli); Politica e morale dell’amicizia. Il carteggio Arendt-Heidegger, in “Fenomenologia e Società”, n.3/2001. Ha curato il numero monografico (318, 2003) di “aut aut” dedicato a: Bioetica dal vivo. Inoltre, ha curato l’edizione italiana dei principali scritti di Ernst Bloch degli anni ’30: Tracce, Garzanti, Milano 1997, l’edizione italiana di H. Arendt, Il concetto d’amore in Agostino, SE, Milano 2000 e di M. Scheler, Il valore della vita emotiva, Guerini, Milano 1999.


Venerdì 26 novembre 2004 ore 18.00
MEDIATRICI TRA LE FAMIGLIE

Le donne e le loro ricchezze nell’occidente medievale
Isabelle Chabot, Dipartimento di Storia e Storia dell’Arte, Università  di Trieste

Isabelle Chabot insegna attualmente "Istituzioni medievali" nel Dipartimento di Storia e di Storia dell’arte dell'Università di Trieste. Provenzale di nascita e fiorentina di adozione, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia e Civiltà dell'Istituto Universitario Europeo di Firenze. E’ specialista di storia sociale e di storia della famiglia medievale. È di prossima pubblicazione una sintesi delle sue ricerche nella collana dell’Ecole française de Rome (La dette des familles. Femmes, lignages et patrimoine à Florence aux XIVe et XVe siècle). Il suo interesse per i sistemi dotali l'ha spinta ad indagare sullo sviluppo della carità dotale in antico regime a partire da un interessante case study bolognese (I.Chabbot, M. Fornasari, L'economia della carità. Le doti del Monte di Pietà di Bologna (secoli XVI-XX), Bologna, Il Mulino, 1997). Insieme a Giulia Calvi, ha curato il volume collettivo Le ricchezze delle donne. Diritti patrimoniali e poteri familiari in Italia (XIII-XIX sec.), Torino, Rosenberg & Sellier, 1998. È tra le socie fondatrici della Società Italiana delle Storiche e fa parte della redazione di “Genesis”, rivista della SIS.

Venerdì 3 dicembre 2004 ore 18.00
NON SOLO VELO

Donne musulmane in Europa tra identità e integrazione
Anna Maria Medici, docente di Storia Istituzioni Paesi Afro-Asiatici, Università di Urbino

Anna Maria Medici è docente di Sistemi politici d'area musulmana all’Università di Pavia e di Storia contemporanea dei paesi islamici all’ Università di Urbino. E’ ricercatrice in Storia dell'Africa alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Urbino. Si occupa in particolare di storia contemporanea del Maghreb e del Medio Oriente: società, élites politiche islamiche, istituzioni e pensiero politico nella modernizzazione, viaggiatori musulmani in Europa, schiavitù, istituzioni caritatevoli islamiche, radicalismo islamicocontemporaneo. Tra le sue pubblicazioni e saggi in riviste: Città italiane sulla via della Mecca. Storie di viaggiatori tunisini dell'Ottocento, L'Harmattan Italia, Torino, 2001; Un presidente per l'Algeria, in "Afriche e Orienti", Bologna, n. 2/2004, giugno 2004; Hamas e Jihad nell’universo dell’islamismo radicale, “Il Ponte”, n. 1, 2002.

Venerdì 10 dicembre 2004 ore 18.00
SERVITORI, DOMESTICHE, BADANTI

Scambi e interdipendenze nel lavoro domestico e di cura dal Cinquecento ad oggi
Raffaella Sarti, docente di Storia moderna, Università di Urbino

Raffaella Sarti è ricercatrice presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Urbino, dove insegna Storia moderna. È inoltre “membre associé” del Centre de Recherches Historiques dell’Ècole des Hautes Ètudes en Sciences Sociales di Parigi. Si occupa di storia delle donne e dell’identità di genere, di storia della famiglia, di storia del servizio domestico e della schiavitù in area mediterranea, di storia della vita quotidiana e della cultura materiale. Oltre che di numerosi saggi, pubblicati in Italia e all’estero, è autrice del volume Vita di casa. Abitare, mangiare e vestire nell’Europa moderna, Roma-Bari, Laterza, 1999 (20033), tradotto in varie lingue. Ha curato, con Simonetta Soldani e Maura Palazzi, il primo numero di “Genesis. Rivista della Società Italiana delle Storiche", dedicato al tema Patrie e appartenenze (I/1, 2002). È stata una delle animatrici del progetto, finanziato dalla Commissione Europea, The socio-economic role of domestic service as a factor of European identity ed ha curato, con Antoinette Fauve-Chamoux, il volume Domestic Service and the Formation of European Identity. Understanding the Globalization of Domestic Work, 16th-21st centuries (Peter Lang, 2004).

Venerdì 17 dicembre 2004 ore 18.00
AFRICA IN MOVIMENTO

Percorsi di donne, storie di riscatto
Nicoletta Dentico, giornalista, presidente dell’Osservatorio italiano sulla Salute Globale
Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace
(in collaborazione con Presenza e cultura)

Nicoletta Dentico, giornalista, dal 1980 è impegnata sui temi della cooperazione allo sviluppo e dei diritti umani, prima con l’organizzazione italiana Mani Tese, successivamente con Medici Senza Frontiere. Ha lavorato dal 1986 al 1993 presso l’ufficio di corrispondenza della radiotelevisione giapponese NHK in Italia, e collaborato con riviste e quotidiani su temi di politica internazionale. Dal 1993 al 2001 ha coordinato la Campagna Italiana per la Messa al Bando delle Mine, della quale è attualmente presidente. Dal 1999 al 2003 è stata direttore generale della sezione italiana di Medici Senza Frontiere, lanciando la Campagna per l’Accesso ai Farmaci Essenziali, e la campagna nazionale “Diritto di asilo: una questione di civiltà”. Attualmente, coordina un gruppo di lavoro sui centri di permanenza temporanea in Italia, collaborando con la Commissione Diritti Umani del Senato, e presiede l’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale, che ha contribuito a fondare nel 2002 con un gruppo di docenti universitari ed esperti. Ha pubblicato: Mine: il Cammino che resta, Rubbettino, 1999; Salute e Gobalizzazione, Feltrinelli, 2004

Flavio Lotti è coordinatore nazionale della Tavola della Pace che ha contribuito a fondare nel 1996. E’ stato responsabile della Lega degli obiettori di coscienza e, dal 1985, del Coordinamento nazionale dei Comitati e degli Enti Locali per la Pace. E’ l’organizzatore, dal 1995, delle Assemblee dell’Onu dei Popoli e della Marcia della Pace Perugia-Assisi. Attualmente la Tavola della Pace rappresenta una rete capillare di associazioni, organismi laici e religiosi, gruppi ed Enti Locali; una rappresentanza informale ma sostanzialmente riconosciuta in tante sedi nazionali e internazionali.

Coordinatori del Corso
Ruggero Simonato e Alessandro Battel, docenti di storia e filosofia nei Licei
 

 

ATTRAVERSANDO I CONFINI

C’è una grande storia che inonda i mass media: è costituita da rapporti di forza organizzati da grandi personaggi attraverso scontri tra gli Stati. Accanto e dentro quei rapporti di forza si è svolta la storia immensa e capillare delle civiltà e delle interdipendenze tra le civiltà, tra i generi e tra i gruppi sociali. Non vi sono soltanto vicende politico-militari; sono molte di più le vicende quotidiane di donne e uomini che hanno creato faticosi intrecci di relazioni culturali. Analogamente, la storia economica non è fatta soltanto di rapine e sfruttamenti, ma anche di scambi, intelligente laboriosità, reti di fiducia.
Ci sono state persone di frontiera le quali, attraversando i confini delle civiltà diverse, hanno stabilito contatti e raccordi che hanno favorito in modo determinante il progresso culturale ed economico: schiavi/e e poi servi/e, mercanti, ebrei e rom, collaboratrici domestiche, viaggiatori, missionari/e, uomini e donne delle Ong…
Il loro ruolo di mediazione culturale è stato spesso dimenticato dalla grande storia, sia perché hanno contribuito – e contribuiscono – ad allacciare relazioni su basi diverse dalla forza, sia perché hanno operato in modi poco appariscenti a partire da ruoli comuni e quotidiani. Forse anche per questo motivo l’oblio ha riguardato – e riguarda – in modo particolare le donne.
Riscoprire alcuni ruoli e intrecci al femminile, e non solo, può concorrere a ritrovare il filo dell’incontro tra popoli e civiltà, accelerato grazie a molti fenomeni concomitanti negli ultimi due secoli, ma minato all’inizio di questo nuovo millennio da tendenze a chiusure e allo scontro. Ad illuminare questo percorso poco noto contribuiscono alcuni tra i più vivaci indirizzi di studio degli ultimi decenni: dalla storia delle donne, alle nuove prospettive di storia universale, al pensiero dell’alterità che richiede molta più razionalità nel cuore e molta più cordialità per la ragione.
Ruggero Simonato

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