Omaggio a Eugenio Montale (1896-1981)
da lunedì 3 aprile a mercoledì 3 maggio 2017 |
A cura di Mauro Brusadin docente di lettere
[ 4 incontri › 12 ore ]
Il primo tempo della poesia montaliana:
Ossi di seppia (1920-1927)
1. Lunedì 3 aprile 2017 › 15.30
In limine. Movimenti. Sarcofaghi.
Altri versi
2. Mercoledì 26 aprile 2017 › 15.30
Ossi di seppia
3. Mercoledì 3 maggio 2017 › 15.30
Mediterraneo. Meriggi ed ombre. Riviere
Questo primo ciclo di lezioni è dedicato alle raccolte di versi degli esordi, riunite in Ossi di seppia. Nel prossimo anno accademico seguiranno due altri cicli, uno riservato alle liriche delle Occasioni e de La bufera e altro, il secondo alle composizioni della sua ultima stagione poetica, Satura, Diario del '71 e del '72, Quaderni di quattro anni.
Eugenio Montale rivela subito, sin dalle liriche giovanili, la complessità e la profondità del suo sistema poetico e filosofico. Egli demolisce con impietosa razionalità ogni alibi ideologico, rinuncia ad ogni forma di trascendenza e riconosce la falsità di ogni sistema di valori storicamente definiti, siano essi politici, sociali, culturali o religiosi. Allo stesso tempo scopre l'inaffidabilità di ogni forma di conoscenza e la inautenticità, se non la falsità, dei rapporti interpersonali, condannandosi inesorabilmente ad una disperata solitudine. Affidarsi alla parola poetica significa mettere in atto un estremo tentativo di ristabilire una qualche linea di comunicazione all'esterno con una società umana distratta, insensibile, vuota. Un atto generoso e quasi senza speranza, una esperienza dolorosa e deludente, ma vissuta con dignità, con coerenza e percorsa da una altissima moralità. Una esperienza individuale che diventa inevitabilmente collettiva.