Filosofia
"Tra questa immensità s'annega il pensier mio"
l'uomo di fronte all'infinito
da venerdì 8 a mercoledì 27 marzo 2019 |
Daniele Bertacco docente di storia e filosofia
[ 4 incontri › 12 ore ]
1. Venerdì 8 marzo 2019 › 15.30
Dalla diffidenza greca alla riabilitazione cristiana e moderna
2. Venerdì 15 marzo 2019 › 15.30
Problemi che non si possono né scansare
né risolvere: il nodo Kant
3. Mercoledì 27 marzo 2019 › 15.30
Essere uno con il Tutto: l'infinito dei romantici
Cosa prova l'uomo, di fronte all'infinito?
Da un lato, "Per poco il cor non si spaura"; ma dall'altro, "il naufragar m'è dolce in questo mare": Giacomo Leopardi rispose così, nel più famoso dei suoi idilli ("L'infinito", per l'appunto), composto giusto duecento anni fa. La ricorrenza leopardiana diventa così l'occasione per ripensare a questa nozione, affascinante e minacciosa, che con tutto il suo carico di implicazioni matematiche e teologiche, fisiche e metafisiche, costituisce da sempre una sfida per l'animo umano.
Il poeta di Recanati, peraltro, offre solo lo spunto iniziale: l'obiettivo è quello di arrivare a tracciare un percorso molto più ampio, di carattere storico-filosofico e scandito sul lungo periodo. In particolare, si cercheranno di evidenziare tre modelli diversi, tre grandi possibilità di approccio al problema: dichiarato inconoscibile e irrapresentabile dal mondo greco, il concetto di infinito comincia poi il suo percorso di riabilitazione attraverso la teologia biblica e cristiana, il pensiero rinascimentale e la scienza moderna; ma è soprattutto nel passaggio cruciale tra il Settecento e l'Ottocento che questo concetto, giunto a occupare il centro della scena filosofica con la riflessione di Kant e soprattutto con l'imporsi della nuova sensibilità romantica, riceve infine le elaborazioni più ricche e impegnative.