Daniel Becerra
Terzo classificato - Sezione Junior
Luglio 2007. Sono le 6 di mattina. Il sole sorge puntuale, come in ogni altro posto vicino all’equatore. È un giorno come tutti gli altri nella fredda Bogotá. Si ripete, come d’abitudine, la solita routine.
Mentre i ragazzi europei si godono l’estate, quelli colombiani si svegliano presto per andare a scuola. Nel pullman, che trasporta questi ragazzi insieme ai più umili lavoratori della metropoli e che si sposta nel traffico della città, non depressione. Al contrario, già dalle cinque di mattina il trasporto pubblico è frequentato da persone felici che ascoltano la radio ad alto volume, scelta dall’autista: alcuni canticchiano, altri ballano e alcuni, alternativi, si lamentano della Salsa e il Folklor tipici della Colombia.
Nessuno pensa al paesaggio, tranne io, che guardo la trasformazione della mia città dal sud verso il nord. Man mano che il pullman procede lentamente verso il nord, le case cominciano a cambiare. Le strade sono sempre meno sporche, le persone sempre più benestanti e alcuni, addirittura, hanno una propria macchina diversa dalla “Renault 4”, solita delle famiglie più povere. Bogotá è simile alle grandi città brasiliane, come Rio de Janeiro, poiché, nella stessa città, se si va da un polo all’altro, si ha l’impressione di essere in due Stati totalmente diversi: uno estremamente ricco e l’altro molto povero.
Soltanto dopo essermene andato, mi sono accorto della mancanza di organizzazione che c’è nella mia amata città. Non ci sono andato per fare il turista, ma per visitare la mia famiglia. Involontariamente, però, lo sono diventato. Un colombiano standard non va al mare in vacanza, e nemmeno in montagna. Si è felici così. Non c’è bisogno di migrare in nuovi orizzonti, poiché la gente è soddisfatta con quello che ha.
Ci sono comunque molti posti da visitare. C’è tanto divertimento, parchi e discoteche. Il pericolo di uscire tardi è diminuito. Se uno straniero va in Colombia può visitare tantissimi posti ricchi di un verde vero delle immense foreste ed enormi piantagioni del miglior caffè del mondo.
A Bogotà si possono visitare “La Candelaria”, un quartiere spagnolo figlio di strutture barocche del ‘600, il museo dell’oro, considerato tra i più belli 20 musei dell’America, o Monserrate, una montagna dalla quale si può vedere l’intera città, o andare nei musei nazionali e scientifici. La Colombia sta diventando un posto sempre più turistico ed attraente per le persone in cerca di avventure: coloro che non hanno paura del nemico dell’uomo che si considera superiore a prescindere: lo “stereotipo”.
Chi viaggerà in Colombia troverà un’accoglienza da sogno. Tutti saranno disposti a far di tutto per far sentire l’ospite come un dio. Non dico che valga la pena andarci perché è il mio Paese, ma perché essendoci stato da vero turista, lo consiglio a chiunque voglia andare alla scoperta di posti fantastici.