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Lavorare per il benessere dei bambini

XXII SEMINARIO SULLE NUOVE PROFESSIONALITÀ

da giovedì 13 a venerdì 14 giugno 2002
Auditorium Centro Culturale Casa “A. Zanussi”
Via Concordia 7 Pordenone

GIOVEDÌ 13 GIUGNO 2002

ore 15.15 REGISTRAZIONE DEI PARTECIPANTI

ore 15.30 SALUTI DELLE AUTORITÀ

ore 15.45 DARE AL PENDOLO L’OSCILLAZIONE CONTRARIA
Carlo Francescutti, sociologo, coordinatore del Seminario

ore 16.00 QUALITÀ DELLA VITA PARTENDO DAI BAMBINI
Problematiche, tendenze e controtendenze in Italia e in Europa
Roberto Maurizio, sociologo, redazione “Cittadini in crescita”, Torino

ore 16.30 PROMUOVERE L’EQUITÀ E CELEBRARE LA DIVERSITÀ
Michel Vandenbroecke, Resource Centre for Child Care Gent, Belgio

ore 17.00 BREAK

ore 17.15 DAGLI ASILI NIDO ALLA DISSEMINAZIONE DI “BUONE PRATICHE” DI COMUNITÀ
Grazia Faltoni, presidente cooperativa sociale Koiné, Arezzo

ore 17.45 ESPERIENZE

“Un posto per giocare”
Giordana Panegos, cooperativa “Melarancia”, Pordenone

“Giochi per sviluppare autonomia e solidarietà”
Caroline Boudry, Daycare Centre Università di Gent, Belgio

“Educare…ad arte”
Loredana Gazzola Scaramuzza, consulente di didattica museale

“Il gioco dell’acqua”
Silvia Deiuri, Gymnasium Nuoto, Pordenone

“Il gioco della musica”
Francesca Tavella, Laboratorio musicale, Pordenone

DIBATTITO E CONCLUSIONE DELLA GIORNATA


VENERDÌ 14 GIUGNO 2002

ore 9.00 SINTESI DEI LAVORI DELLA GIORNATA PRECEDENTE

ore 9.15 CHIAMARE I BAMBINI A CAMBIARE LA CITTÀ
Dario Manuetti, “La città possibile”, Torino

ore 9.45 DALLE IDEE AI PROGETTI PER UNO SVILUPPO URBANO SOSTENIBILE
Aldo Tarquini, dirigente settore urbanistica città di Terni

DIBATTITO

ore 11.15 BREAK

ore 11.30 ESPERIENZE
“Io cammino… alla grande”
Sivia Toninelli, responsabile Laboratorio Cremona dei bambini

“Project Kinderstadt”
Roberta Moncalero, direttrice progetti Comune di Augsburg, Baviera

DIBATTITO

ore 13.00 PRANZO

ore 15.30 L’OPERATORE SOCIALE: UNA PROFESSIONE DI TANTI SAPERI
MODELLI EDUCATIVI PER UNA PEDAGOGIA DELL’ASCOLTO

Franco Santamaria, formatore, docente corso di laurea Scienze della Formazione, Portogruaro

ore 16.00 IN TRIBUNALE IN ASCOLTO DEL BAMBINO
Fabia Mellina Bares, docente di Diritto Minorile all’Università di Trieste

ore 16.30 ESPERIENZE
“Affido famigliare e casa famiglia: luci e ombre”
L’esperienza di una associazione di volontariato
Luigi Piccoli, presidente de “Il Noce” di Casarsa (PN)

“Avvocati per la famiglia e per i minori: quale formazione”
Emanuela Comand, presidente Associazione avvocati per la famiglia e per i minori del Friuli -Venezia Giulia

“Avvio di una prassi comune: l’esperienza del Laboratorio Forense di Pordenone”
Maria Antonia Pilli, avvocato, presidente associazione Laboratorio Forense Pordenone

DIBATTITO CONCLUSIVO
 

DARE AL PENDOLO L’OSCILLAZIONE CONTRARIA

L’area dei servizi alla persona è un settore della vita sociale ed organizzativa in costante cambiamento. Le spinte alla trasformazione sono molteplici e derivano da fattori diversi per entità e natura. Lo sviluppo economico è sicuramente, nel suo complesso, una forza formidabile che modella e struttura il volto dei servizi: i bisogni cambiano, possono essere soddisfatti in modi diversi, aumentano le opportunità e l’attenzione del consumatore/cliente. Tuttavia sviluppo economico e tecnologico non sono di per sé sufficienti a spiegare la direzione del cambiamento e a decifrarne le caratteristiche.
Dobbiamo guardare al fondamentale gioco delle identità personali e sociali per cercare di capire qualcosa di più. In estrema sintesi si potrebbe dire che i servizi alla persona cambiano perché si allarga l’idea stessa di persona, si rafforza e dilata la richiesta di riconoscimento e legittimazione della propria specifica identità, si consolida l’aspettativa di vedere rispettata la propria soggettività.
Se per lungo tempo abbiamo associato l’idea di cittadinanza piena al maschio adulto e lavoratore oggi la consapevolezza diffusa è che la cittadinanza attiva e passiva debbano essere estese e garantite a una pluralità di soggetti sociali fino a ieri considerati deboli, marginali, “oggetto” e non “soggetto” di progetti e politiche sociali.
I bambini, sia pure nella genericità della categoria, costituiscono una di queste forme di “soggettività” che certo è stata oggetto di molte attenzioni e di molte attività ma che stenta ancora ad essere pienamente riconosciuta come interlocutore dell’adulto e delle istituzioni con “pari” diritti e pari “dignità”. La personalità in divenire dei bambini, la sistematica sottovalutazione anche in sede scientifica delle loro capacità di comprensione ed espressione, e non ultimo un problema di timore di perdita di potere da parte degli adulti (siano essi genitori piuttosto che insegnanti, educatori in genere) ha spesso giustificato un atteggiamento di sostanziale disinteresse per l’ascolto del bambino, la negoziazione delle attività e dei progetti che lo riguardano, la capacità di interpretazione dei suoi bisogni e dei suoi desideri.
Lavorare per il benessere del bambino in questa prospettiva significa dunque non preoccuparsi della quantità, ma del come fare, di come trasformare il bambino in soggetto piuttosto che in destinatario passivo di azioni, magari interessanti e intelligenti ma non condivise e pensate insieme.
L’impegno a “dare al pendolo l’oscillazione contraria” in fatto di servizi al bambino ha fatto maturare nell’ultimo decennio moltissime iniziative come le forme di coprogettazione di interventi urbanistici, lo sviluppo di strumenti e modelli di partecipazione alle scelte educative della scuola.
Sul fronte formativo l’attenzione ai diritti del bambino, all’ascolto e alla comprensione dei suoi originali e specifici modi di comunicare segnano la differenza nei curriculum degli operatori. Come sostenere questo processo di cambiamento, quali sono le esperienze più importanti, come mettere in rete operatori ed esperienze e soprattutto come travasarle dentro le istituzioni perché diventino modo ordinario di fare e progettare?
Carlo Francescutti
coordinatore del seminario

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