Approfondimenti
L’affettività come forza di vita e crescita
Tra emozioni e motivazioni, libertà e legami, illusioni e concretezza
«Avremmo desiderato trasmettervi la nostra stessa vita perché ci siete diventati cari» (Paolo Ts 2,8)
Spesso confusa con il sentimento, con il sentire passivo, l’affettività è principalmente impegno, è quel tipo di accoglienza dell’altro che richiede come premessa una vera scelta.
Affettività significa, dunque, entrare in contatto con nuove energie da protagonisti, investendo nella relazione tutta la propria persona. Significa sviluppare energie che siano attive nel dono di sé. Il dono, infatti, è la sola espressione dell’essere protagonisti: se non si dà non si è attivi, non si conta; se si riceve soltanto, si diventa un punto di accumulo passivo, non si conta. La natura umana, nella sua essenza, è gratuità, scambio, reciprocità. Presupposto è, allora, coltivare la propria personalità sempre, solo così si diventa soggetti di relazioni, e della propria sessualità. E questo richiede di coniugare dentro di sé intelligenza e stupore. Stupore è scoprire un tesoro nascosto nelle cose apparentemente sempre uguali, è il perdurare della meraviglia nei confronti dell’altro, è provare la vertigine del profondo, è poesia, è senso di gratitudine, è bellezza, armonia, è virtù. Intelligenza è saper cogliere la diversità di genere dentro l’unicità dell’altro, è saper alimentare un’attrazione anche e soprattutto spirituale, è imparare la disciplina e il controllo, è sapersi ricaricare sempre di motivazioni, è saper coltivare lo stupore.
Michela Favretto
Sposarsi, convivere, o rimanere singoli?
Tra insicurezze e convinzioni, rischi e garanzie, convenzioni e scelte libere
«Il cuore dell’uomo elabora progetti, ma è il Signore che rende
saldi i suoi passi» (Proverbi 16,9)
Oggi è sempre più difficile decidere di sposarsi. Ciò può dipendere da una forte stima del matrimonio o, più di frequente, da una seria difficoltà riguardo alla permanenza della scelta. Fa paura la fedeltà, l’indissolubilità, il per sempre. Fanno paura le responsabilità. Il matrimonio è un patto, un patto a fondo perduto. Un’alleanza fondata sull’amore che coinvolge il piano intimo e il piano pubblico, istituzionale.
Richiede la scelta e la costruzione di un’intimità globale, di un rapporto che attinga risorse alle fonti della persona, che sia radicato nella profondità e nella verità della sua natura: un rapporto di comunione, ossia di unione totale nella reciprocità, non solo nella complementarietà. Il matrimonio cristiano è questo stesso impegno con un valore aggiunto: la certezza di non essere soli ad affrontare il rischio di una promessa che comporta la messa a nudo della propria anima di fronte a se stessi e all’altro. La certezza della compagnia e forza dello Spirito di Dio. Evitare la pattuizione è, allora, una grande debolezza perché ciò a cui ci si sottrae è, prima di tutto, la pattuizione interiore. Scelte che non impegnano fino in fondo, come la convivenza, non hanno i presupposti per eliminare le incertezze che le motivano, e così le rinforzano. Anche la “singolarità per sempre” deve essere una vera e propria scelta, seppur orientata verso una differente dinamica di reciprocità e generosità. Michela Favretto
Percorsi di coppia: energie e progetti
Tra paure e speranze, abitudini e novità, fughe e responsabilità
«Alzati, amica mia, e vieni; mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è incantevole» (Cantico dei Cantici, 2,13-14)
Per costruire e sostenere il rapporto di coppia, così come ogni altro percorso di relazione, occorrono energie strategiche e progetti globali, non solo spinte parziali, limitate e temporanee. Innanzi tutto ci vogliono partenze mirate, ossia occorre fin dall’inizio avere un po' di consapevolezza rispetto agli obiettivi del rapporto, aderire seriamente al dialogo con l’altra persona, essendo sinceri, trasparenti, autentici, e cercare la convergenza di finalità e progettualità del camminare insieme. Le partenze e i tragitti ambigui, invece, rendono le relazioni territori di interminabili tirocini in cui vi è assenza di vere responsabilità. Territori dove fioriscono le difficoltà: la paura di perdere l'altro, spesso ragione di comportamenti possessivi e soffocanti, l’incapacità di accettare se stessi, di fidarsi di se stessi per quello che si è, la fatica a riconoscere e ad accogliere la differenza di genere, ovvero quelle inevitabili diversità che vi sono nell’uomo e nella donna.
Per costruire relazioni reali, vitali e vitalizzanti è essenziale creare sintonia, mettersi in sintonia. Una sintonia che va cercata secondo la propria natura e costruita virtuosamente giorno per giorno. Con la consapevolezza che sotto il genere, più in profondità, c’è la persona. E che è la totalità della persona ad innescare, nella reciprocità, una dinamica di crescita potenzialmente interminabile.
Michela Favretto
Gratuità nei rapporti: dono e perdono
Tra egoismi e generosità, occupazioni e disponibilità, fragilità e comprensione
«La tua generosità si estenda a ogni vivente» (Siracide 7,33)
«Quando avete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite:
“Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”» (Luca 17,10)
Dinamica pregiudiziale di ogni relazione, la gratuità è l’unica garanzia di stabilità e di crescita di un rapporto. Ed è il segno della libertà della persona. Infatti, come dice San Paolo nella Lettera ai Galati, la vera libertà sta nel mettersi al servizio degli altri, scelta che è possibile solo quando si è vinta la paura di essere posseduti e aggrediti, cioè quando si è e ci si sente liberi e, quindi, più pienamente se stessi.
In un mondo in cui le situazioni sono quasi sempre contrassegnate dall’egoismo, occorre affermare la logica della gratuità. Gratuità che è una disposizione dell’animo e del cuore che trova espressione nella gentilezza e nella pazienza. Gentilezza che è accoglienza, attenzione, tenerezza, rispetto, disponibilità, generosità e delicatezza, ovvero farsi carico dei sentimenti e dei pensieri del proprio interlocutore e comportarsi in modo che l’altro non abbia mai a perdere la sua dignità. E pazienza che significa alimentare la propria capacità di porsi di fronte alle situazioni con uno sguardo strategico, di lunga gittata, senza cedere all’impulsività.
Gratuità che, a livello radicale, è dono e condivisione: donare se stessi, la propria vita, quindi condividere la vita. E, nella sua forma più alta, è perdono: non odiare, non volere il male, ma dare all’altro la possibilità concreta di riabilitarsi, di recuperare, in altri termini, affermare la propria libertà.
Michela Favretto
Linguaggi ed equilibri in amore e amicizia
Tra pudori e confidenze, difese e aperture, superficialità e intimità
«Un amico fedele è rifugio sicuro, è medicina che dà vita, non c’è misura per il suo valore» (Siracide 6,14-16)
La comunicazione avviene alle radici di noi stessi, non va confusa con le sue espressioni. Implica, perciò, una dinamica imprescindibile: comunicare con il proprio intimo, leggere la verità di se stessi, capire la propria interiorità. Solo allora diventa possibile avere verso l’altro un atteggiamento di vera accoglienza.
Accoglienza della sua diversità, della sua novità. Un percorso, questo, che impegna e cambia: si deve fare spazio al nuovo e riorganizzarsi. Continuamente, seguendo le sue evoluzioni, la sua storia. Se lo si accoglie solo per poco e poi lo si ingabbia, la comunicazione finisce, non esiste più.
Comunicazione è, dunque, innanzitutto, ospitalità. Ed è favorire la libertà dell’altro. È capire che la sua originalità non riduce, ma aumenta, la propria. Ed è reciprocità, è una vicinanza che porta beneficio a se stessi e all’altra persona.
Nella coppia, così come nell’amicizia, ci deve essere un’incessante sintonia interiore, nudità interiore, comunione di pensieri e di sentimenti. Perciò, occorre essere affidabili, coerenti con se stessi, solidi, capaci di sostenere la differenza. Diversamente, ciascuno rimane guardingo nei confronti dell’altro e la comunicazione, quella vera, non c’è. Occorre, invece, affidarsi. Ed essere casti, ossia esprimere se stessi completamente. Avendo sempre il giusto pudore: il rispetto della dignità propria e dell’altro.
Michela Favretto
Registrazioni ven09
ottobre venerdi01.mp3 | 5.2 MB | |
ottobre venerdi02.mp3 | 7.6 MB | |
novembre venerdi02.mp3 | 19.5 MB | |
dicembre venerdi03.mp3 | 19.5 MB | |
gennaio venerdi04.mp3 | 22.2 MB | |
febbraio venerdi05.mp3 | 24.7 MB | |
marzo venerdi06.mp3 | 22.4 MB |