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Lunedì 23 novembre: A Filetta

Dopo la magniloquenza dell’apertura, con l’omaggio al bicentenario di Mendelssohn ad opera dell’Orchestra e Coro San Marco, il Festival Internazionale di Musica Sacra approda a dimensioni più intime. Il Duomo Concattedrale di Pordenone, gremito ancora una volta, ha ospitato il secondo concerto del cartellone, che vedeva protagoniste sette voci provenienti dalla Corsica, l’ensemble A FILETTA (la felce). Si è trattato di un percorso affascinante condotto attraverso una tradizione popolare ed una vocalità molto lontane da noi, ma anche da tradizioni, come quella sarda, che si sarebbe tentati di accomunare. Ed invece l’ensemble guidato da Jean-Claude Acquaviva (che firma molte delle canzoni e delle musiche) stupisce l’uditorio per una proposta allo stesso tempo nuova ed arcaica, ricca di suggestioni ed echi che affermano un’appartenenza schiettamente mediterranea. Le armonie sono curatissime, la struttura metrica evita sviluppi formali e mantiene un tratto di autentica essenzialità. Il tutto è giocato sulle mezze tinte, con un pathos ed una poesia coinvolgenti e convincenti. I canti passano dalla liturgia tradizionale, ai canti devozionali, alle storie di vita popolare. Particolarmente toccante il brano ‘meditate’ tratto da ‘Se questo è un uomo’ di Primo Levi, un monito a non dimenticare, che diventa un urlo trattenuto, nelle voci dei sette cantori corsi.
Franco Calabretto

 

Il secondo appuntamento della XVIII edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra viene ospitato nel Duomo Concattedrale di San Marco lunedì 23 novembre 2009, alle ore 20.45: protagonista A Filetta, un gruppo vocale che canta secondo la tradizione della polifonia corsa.
Questo è il secondo dei quattro concerti, organizzati da Presenza e Cultura e Centro Iniziative Culturali Pordenone con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, lo speciale intervento del Comune di Pordenone, con l’importante partecipazione di Banca di Credito Cooperativo Pordenonese e Centro Culturale Casa A. Zanussi di Pordenone.

 

A Filetta nasce intorno a un gruppo di giovanissimi amici e attraverso i primi quattro album - Machja n'avemu un altra (1981), O vita (1982), Cun tè (1984) e l'Abriu di e stagione (1987) - precisa a poco a poco il proprio stile intorno a dei ritmi specifici e a testi di grande poesia. La ricerca sulla polifonia tradizionale porta nel 1989 A u visu di tanti, il primo disco completamente "a cappella", dove si ascoltano polifonie sacre tradizionali insieme a creazioni musicali nuove. Nel 1992 esce Ab Eternu, quasi interamente dedicato ai canti liturgici, due anni dopo è la volta di Una Tarra ci hè, album della maturità, con brani sia polifonici che con l'accompagnamento di strumenti.
Organizzando i "Rencontres de chants polyphoniques de Calvi", il gruppo va intanto arricchendosi di stimoli e suggestioni attraverso lo scambio con le tradizioni di altre terre, come la Grecia, l'Albania, la Sardegna, la Georgia. Uscito nel 1997, Passione è tutto incentrato sui canti della Passione, sia tradizionali che composti dal gruppo. La Passione è anche la ricostruzione in lingua corsa degli ultimi giorni di Cristo messa in scena a Calvi, nel 1998, dal regista napoletano Orlando Forioso con trenta attori accompagnati appunto da A Filetta. L'incontro con un altro regista, Jean-Yves Lazennec, porta invece alla messa in scena della Medea di Seneca, con i testi tradotti dal latino al corso. A quel progetto è legato anche l'incontro con Bruno Coulais, autore di musica per film, che nel 1998 scrive la colonna sonora per Don Juan di Jacques Weber, cantata da A Filetta e, in diversi brani, dal mezzosoprano Marie Kobayashi. E' la prima di una lunga serie di collaborazioni con il compositore che porterà il coro a partecipare a una decina di colonne sonore per film come Le libertin, Comme un aimant, Himalaya, l'enfance d'un chef e Le peuple migrateur.
Anche il sodalizio con Orlando Forioso porterà nuove produzioni: Don Ghjuvanni in Commedia dell'arte (1999), Il gioco di Robin e Marion (2003), Fantastica, la Grammaire de l'imagination, una pièce su testi di Gianni Rodari (2005), e Marco Polo, un'opera del regista napoletano con le musiche di Bruno Coulais presentata a Bastia e poi nell'ambito della Biennale di Venezia nel febbraio dell'anno scorso.
Intanto, nel 2003 è uscito Si di mè, mentre nel 2004, Jean-Claude Acquaviva ha composto un Requiem pour deux regards, messa da requiem per sei voci, con cinque pezzi per violoncello e testi di Primo Levi e Jorge Luis Borges interpretati da Pierre Bertoni in italiano, francese e corso. Lo stesso anno, A Filetta ha partecipato anche alla produzione di In Memoriam e Apocrifu, due coreografie di Sidi Larbi Cherkaoui ispirata proprio dai canti del gruppo corso.

A Filetta on the web: http://www.myspace.com/afiletta

 


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