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La forza nascosta
Prima vennero
La prima cosa

PREMIO CENTRO CULTURALE CASA A. ZANUSSI
Sezione Scuola Secondaria di Primo Grado

Classi 3^ A, B, C e D Scuola Secondaria Primo Grado;
classi 2^ Scuola Primaria e Secondaria Primo Grado;
classe 3^D Scuola Secondaria Primo Grado dell’Istituto Comprensivo Matteotti di Alfonsine (RA). Coordinamento delle insegnanti Isabella Valenti e Chiara Maccagni. Supporto tecnico esterno Biroke Studio di Bagnacavallo (RA).

Un paesino, Alfonsine, da dove si possono sentire i profumi delle Valli e della Riviera. La Romagna, una terra liscia e dagli interminabili orizzonti. Una scuola dove, anche da lontano, puoi sentire il rumore del cuore che batte. Per questo motivo, in maniera eccezionale nella storia di questo concorso, abbiamo deciso di premiare tre video realizzati dalla stessa scuola, quella di Alfonsine. Tre grandi storie provviste della rara grazia di far “sentire” o “vedere” quello che solitamente rimane imbrigliato solo in una parola o in un suono. Tre veri battiti di cuore che ci regalano, prima di ogni cosa, la voglia di raccontare storie delle quotidianità attraverso lenti intelligenti e mai banali. Tre testimonianze di una società che corre veloce e spesso inciampa nella sua distrazione. Video realizzati con tecnica e professionalità, seguendo al meglio le regole del cinema, ma soprattutto vissuti e partecipati dai ragazzi e dalle insegnanti che hanno reso possibile tutto questo.

La forza nascosta è un filmato che non parla solo di gentilezza, ma riesce quasi a materializzarla, dandole corpo e sostanza. Noi diventiamo testimoni della maleducazione che imperversa nella quotidianità, e scena dopo scena, ne diventiamo anche complici. Ma gli occhi dei ragazzi che ci guardano direttamente ci turbano, ci mettono con le spalle al muro. Perché nella maleducazione non c’è nulla da imparare, solo bruttezza e piccole miserie. Gli sguardi dei ragazzi ci conducono cosi verso la gentilezza, non una dimensione di debolezza, bensì una forza e una virtù.
Prima vennero... è un’altra grande lezione verso l’arroganza dei pregiudizi. Noi idealmente siamo seduti nella gradinata e siamo partecipi delle offese che vengono rivolte ai ragazzi che vengono eliminati. La nostra adulta presenza è una palese minaccia per non cercare di mettere in dubbio quelle accuse infondate. Ma proprio loro, testimoni dell’ignoranza adulta, riescono a sfidarci e distruggere la nostra stupidità. Lo fanno riconoscendo la forza e la potenza della diversità.
La prima cosa è una bellissima finestra sui nostri tempi e sulle dinamiche, spesso incomprensibili per il mondo degli adulti, che oggi investono i giovani. Nessuna retorica, nessuna esplicita accusa, ma solo una fotografia di un momento caratterizzato da un eccesso di stimoli e molto disorientamento. Un’apparente superficialità che vela invece l’energia di ogni giovinezza. Tutto converge verso la rivoluzione di un bacio, quel momento che svela l’indescrivibile magia di un contatto fra due cuori impazziti.

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La forza nascosta
Classi 3^ A, B, C e D

Un gesto gentile non costa nulla. Basta volerlo, per avere, a partire da piccole azioni, un mondo migliore. E il fatto che un gesto gentile sia sempre possibile lo dice anche il Dalai Lama. Questa la forza nascosta a cui si allude nel titolo. Un ragazzo osserva gli atteggiamenti sgarbati degli adulti: il barista scortese, il nonno che lascia cadere una carta per terra, la negoziante che non ha voglia di fare il proprio mestiere e servire i clienti, l’impazienza di chi fa la fila dal panettiere, i rimproveri e le maleducazioni di chi non sa stare nel traffico. Poi tutto cambia: basta regalare un fiore ad una persona offesa, e si dimostra come essere gentili è facile, non ci vuole nulla, solo un pò di buona volontà. Per rendere la vita più godibile e dare fiducia al prossimo è possibile, se gli adulti danno l’esempio con un sorriso.

Prima vennero…
Classi 2^

Un’allenatrice piuttosto seria e arcigna sta facendo le selezioni per formare la sua squadra: i ragazzi sono in fila davanti a lei, e aspettano il suo verdetto. Non li sceglie in base alle capacità, ma in base ad altri parametri: non vuole che giochino ragazzi di colore, ragazze ebree, e anche ragazze con i capelli rossi. Sugli spalti i genitori appoggiano questi atteggiamenti razzisti, con frasi piuttosto violente, mentre i ragazzi in fila si interrogano se devono intervenire e dire la loro oppure no. Non ce la fanno. Non è facile avere un pensiero diverso dagli adulti, ma a volte è necessario. Saranno i bambini più piccoli a ribellarsi alle decisioni degli adulti e dire la loro, gridando in faccia a tutti che sono stufi di questo razzismo dei grandi, che è più bello stare tutti insieme, condividendo il gioco e gli abbracci sul campo.

La prima cosa
Classe 3^D

Come vivono le emozioni gli adolescenti di oggi? Sembra che, se non hai tanti like, non esisti, se non ci chatti per almeno un’ora, non puoi dire che quello sia il tuo ragazzo, un fidanzato che probabilmente non hai mai visto di persona. Insomma, il telefonino impone un mondo virtuale che, se non posti la tua foto, non ci sei per nessuno. I genitori non lo capiscono e non sono d’accordo. A dire il vero, anche alcuni tra i ragazzi hanno qualche dubbio, quelli che sentono l’esigenza di andare oltre uno schermo luminoso. Qualcuno parla di emozioni che si provano vedendo un volto, sfiorando una mano, baciando le labbra di chi ti piace, e dice che tutto ciò non ha nulla a che fare con il mondo virtuale. Certo, non si può pensare che un quattordicenne viva senza cellulare ma, quando scopre che uno sguardo, un sorriso, una mano nella sua significano qualcosa, difficilmente si affida solo ad un mezzo che non può trasmettere le emozioni di un bacio vero.

 


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