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L’Hotel Maledetto

PREMIO FONDAZIONE FRIULI
Per un video che coniughi espressività, recitazione e narrazione con lo humor

Scuola di Cinema per ragazze e ragazzi di Ancona. Una produzione Nie Wiem a cura di Natalia Paci, coordinatrice del progetto.

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Sviluppato a partire dall’ipotesi di un viaggio di istruzione in un contesto “strano”, il video racconta il tentativo del pernottamento in un inquietante hotel caratterizzato da persone “strane” oltre che da leggende oscure. La scena si anima in modo tenebroso anche a seguito di una seduta spiritica goliardica che assume man mano i toni concitati e horror segnati dalle sparizioni dei ragazzi, fino alla fuga precipitosa dall’hotel, conclusa “alla thriller di Michael Jackson”, con il sorriso ambiguo dell’insegnante accompagnatore.
I protagonisti dimostrano una padronanza espressiva notevole e si muovono anche coralmente sulla scena in modo assai convincente. I dialoghi, favoriti dal buon lavoro di montaggio, sono interpretati in modo appropriato pure nei toni diversi, sospesi tra humor e tensione narrativa. Il video, sostenuto peraltro da un buon ritmo, riesce così pienamente nel suo intento di narrare un’avventura di classe di carattere speciale, trasformando il format del viaggio di istruzione, proverbiale campo di iniziazione delle generazioni degli studenti, in un campo espressivo gotico, oggi particolarmente di successo tra i ragazzi.


Avrebbe dovuto essere una normale gita scolastica, per andare a visitare delle cascate, ma si è trasformata in un incubo. Un gruppo di una dozzina di ragazze e ragazzi, guidate da un professore, pernottano in uno strano hotel anni settanta, dall’aspetto fatiscente. Su internet i ragazzi trovano che è stato lo scenario della misteriosa scomparsa di un coetaneo ben venticinque anni prima: anche il gestore alla reception non ha per niente un’aria rassicurante. Una volta riunitisi in una delle camere, i ragazzi decidono di fare una seduta spiritica per evocare lo spirito del ragazzo scomparso, che sembra rispondere al loro richiamo. Ma non è così, i rumori sospetti che ascoltano vengono da un compagno che gioca con una pallina, oppure dal prof che bussa alla porta e li spedisce nelle loro camere. Ma la serata è ancora lunga, e l’inquadratura di un lungo corridoio, accompagnato da una musica che aumenta la suspance, segnala che c’è qualcosa che non va. Nella stanza attigua, infatti, alla ricerca di un cellulare perduto, quattro compagni vedono che tutto è stato messo sottosopra e non c’è traccia degli amici. Li cercano con gli occupanti di un’altra stanza, ma alla fine anche questi scompaiono nel nulla. L’unica salvezza è allora fuggire dall’hotel, guidati dal professore, che però non si dimostra così affidabile come sembra. Ottima l’interpretazione del gruppo di adolescenti, guidati da una regia sapiente che valorizza inquadrature sempre varie, introdotte dall’uso del drone nella prima scena.


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