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Testamento

PREMIO CRÉDIT AGRICOLE FRIULADRIA
per un’opera che, nelle riprese, evidenzi particolare cura della “fotografia”

Giuliano Vaccai di Assisi (PG), Accademia di Belle Arti di Venezia.

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Un video “sospeso”, che affida la sua forza al silenzio, interrotto solamente da alcuni rumori, e soprattutto alla buona Fotografia. Le riprese si svolgono all’interno di un appartamento quasi privo di colore, dove la luce trapela attraverso rotolanti semichiusi creando eleganti trame, riflessi, movimenti. Illuminando, nella generale oscurità, scorci di interni che assumono un ruolo importante nella narrazione. Il tutto rivela gusto e grande controllo del mezzo.

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 Atmosfera molto intrigante, misteriosa, drammatica, quella creata con immagini in bianco e nero, che giocano molto sulle diverse sfumature di luce che entrano in stanze chiuse, abbandonate, dove l’arredamento spoglio svela la scomparsa di qualcuno. Sono ambienti di una casa d’altri tempi, i mobili rivelano vari decenni sulle spalle. La casa è in disordine, le sedie sono una sopra l’altra, o in fila di fronte ad una porta finestra, messe a caso, perché lì non ci abita più nessuno. Un personaggio si aggira tra gli ambienti, mentre i soli rumori sono il soffiare del vento che smuove le tende, il cigolio delle porte e lo sfrigolare di uno strano fuoco dentro una zuppiera, che arde nella terrazza. Solo verso la fine si udirà una musica, a sottolineare maggiormente la solitudine di chi rimane senza nessuno, probabilmente perché i genitori, o un’altra persona molto cara, l’hanno lasciato. La casa è grande, si intravvedono diverse stanze, ma è nel salotto che la telecamera indugia, soffermandosi su un vaso riverso sul tavolo e su alcuni centrini fuori posto. Ancora le sedie, poi una camera da letto, dove l’uomo apre un cassetto e trova una scatolina con delle pastiglie. Ha un bicchiere in mano, ne prende una. Alla fine lo troviamo steso sul pavimento: è solo disperazione o l’atto finale di una vita che non trova più un senso?


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