Importanza di ognuno
PREMIO DEL CENTRO INIZIATIVE CULTURALI PORDENONE
Sezione Università
Clicca e ascolta la videointervista
a Francesco Montagner
Francesco Montagner di Monastier di Treviso (TV), The Film and TV School of the Academy of Performing Arts in Praga.
Il video di Francesco Montagner traspone in immagini un apologo esistenzialista scritto da Italo Calvino nel 1943, nel pieno della guerra. In una grande cava, qui simbolo della condizione umana, vediamo alcuni spalatori al lavoro. Improvvisamente Antonio, uno di loro, incomincia a dialogare con un altro spalatore sul fatto che ciascuno inevitabilmente spala in modo diverso, in una condizione sempre particolare e irripetibile, e però, nel suo piccolo, modifica la storia del mondo. Antonio, lo confessa, è stato un poeta e infatti gli altri non capiscono le sue riflessioni: anzi ora non possono più spalare come prima e dunque abbandonano il lavoro. Montagner ha saputo rendere al meglio, con ironica e beckettiana essenzialità, il testo di Calvino che ci dice dell’importanza di ognuno ma anche dei vicoli ciechi della ragion pratica.
---------------------------------------------------
C’è un gruppo di uomini in un paesaggio fatto di cumuli di sabbia: ognuno spala, concentrato sul suo lavoro solitario. Antonio, l’unico ad avere un nome, si ferma e inizia a parlare con il compagno più vicino del suo atto di spalare la terra. Ognuno lavora in un punto diverso, e ogni spalata, anche se fatta dalla stessa persona, è diversa da quella precedente. Antonio arriva alla conclusione che ogni atto fatto con la pala ha una sua specificità irripetibile, non uguale ad uno fatto prima o ad un altro fatto dopo, anche se in apparenza ogni spalata è uguale all’altra. Di fatto, cambia anche la porzione di terra che ogni individuo, con la sua pala, smuove. Tutto il ragionamento si snoda su un concetto, sviscerato in un corto dialogo che rievoca il teatro dell’assurdo. Non a caso il video si basa su un breve atto unico di Italo Calvino, appartenente alla sua produzione giovanile, datato 1943, quindi scritto in pieno conflitto mondiale. Un’opera che verrà conosciuta dopo la scomparsa dell’autore, come altri racconti brevi composti in gioventù, che evocano un mondo senza senso e con personaggi senza una personalità spiccata, omologati in attività assurde come smuovere a spalate la terra, atto incomprensibile agli stessi spalatori, non appena uno di loro li fa ragionare su ciò che stanno compiendo.
“La storia del mondo diventa differente se io spalo o non spalo”, dice Antonio che, non a caso, prima di diventare spalatore era un poeta.