Narciso
SEGNALAZIONE PREMIO CRÉDIT AGRICOLE FRIULADRIA
Per un’opera che, nelle riprese, evidenzi particolare cura della “fotografia”
A David Radovanovic di Faedis (UD). Accademia di Belle Arti Venezia. Coordinamento degli insegnanti Manuel Frara e Anna Sostero.
Onirica e di non immediata decifrazione appare la sequenza narrativa di questo cortometraggio in cui il protagonista vive o sogna una breve e spasmodica avventura alla ricerca della propria identità. Il titolo suggerisce che il senso (e il merito) di quest’opera forse sta nel tentativo di rendere visivamente, filmicamente (e con l’utilizzo di varia effettistica) il difficile percorso di accettazione della propria immagine esteriore ed interiore, la scoperta del proprio lato oscuro. Cuore del video è la scena in cui l’immagine riflessa del giovane uomo riemerge, con un effetto di inversione temporale, dalla pozza d’acqua nel fondo del bosco, per congiungersi in un abbraccio con l’altra parte di sé che, mentre guarda se stesso, brucia forse d’amore per ciò che vede, come suggerisce il mito narrato da Ovidio nelle Metamorfosi. Lo scrutare sbigottito la propria figura e uno sguardo sgranato diretto allo spettatore sono il risultato di questo abbraccio che non sembra ricomporre del tutto la frattura tra anima e corpo.
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Narciso ama sé stesso, è destinato a non avere rapporti con nessun amore al di fuori di sé, come racconta il mito greco, ripreso anche da Ovidio nelle Metamorfosi. Qui il protagonista è un moderno Narciso, che corre, in modo affannoso, forse per raggiungere il luogo in cui può vedere il sé stesso di cui è innamorato, in una pozza d’acqua tra le rocce. Un luogo aspro come la sua anima, turbata da un amore che lo tormenta, lo inquieta, perché non potrà mai essere appagato. La sua corsa ha una nota drammatica, l’ineluttabilità del suo destino, al quale forse cerca di opporsi quando il suo corpo viene quasi rigettato dall’acqua, per farsi fuoco. Il suo corpo si divide in due, come se la sua interiorità misteriosa fosse duplice, con una parte fatta di fuoco, destinata a consumarsi. Ma, alla fine, c’è un abbraccio catartico, che spegne il fuoco e riunisce la persona in un unicum. Forse questa volta Narciso si salverà dal suo destino?