I 500 colori
Premio Provincia di Pordenone
Giovanni Bellotti e Andrea Femiano del Centro di Documentazione Ponticelli Catrin Sud/Arci Movie FILMaP di Napoli
In questo video un’attenta regia riesce a descrivere, con il giusto ritmo, i luoghi di Napoli cari a tre giovani ragazzi. I colori sono la linea guida per descrivere il profilo del territorio, con la voce narrante impegnata a restituire il valore vitale delle immagini, senza sconti per la problematicità degli scenari. Molto efficace e ben dosata la fotografia, buono il montaggio ma soprattutto in chi guarda e ascolta rimangono impresse le storie dei personaggi raccontate con semplicità e partecipazione vera.
Il luogo che viene descritto, attraverso gli occhi di tre ragazzini, non è certo un posto idilliaco, ma, anzi, un quartiere anonimo nel quale i colori del titolo sono un sogno, un’aspirazione. Però la dimensione di questo luogo, fatti di palazzoni grigi, di cortili senza giochi, di spiazzi di cemento, è l’unica conosciuta, l’unica famigliare per i tre protagonisti. Lì è racchiuso tutto il loro mondo: suoni famigliari, che non sono certo il canto degli uccelli o il frusciare delle fronde degli alberi, in qualche modo li rassicurano, perché appartengono a loro fin dalla primissima infanzia. Non conoscono, infatti, un mondo alternativo e quella dimensione conosciuta, in fondo, gli piace, ci sono affezionati, perché racchiude comunque tutti i loro affetti, le amicizie, i loro punti di riferimento.
Il colore dominante è il grigio: non vogliono, in fondo, altri colori, perché potrebbero essere pericolosi. Il rosso, per esempio, evoca il sangue, una sparatoria alla quale uno dei ragazzini ha assistito, mentre si mangiava un gelato con la madre. Perfino il poco verde che c’è, incolto e selvaggio, non piace ai tre: è solo un luogo dove i bambini possono giocare a nascondino, roba da piccoli, appunto, non per loro, che hanno ormai 11 anni. Il grigio accompagna uno dei protagonisti fino al mare, che non è altro che un’altra sfumatura di quel colore. Sembra che non ci sia un’alternativa possibile.