Rewind
PREMIO MA ALLORA LO POSSO FARE ANCH'IO
Elisa Lamberti di Faenza (RA), classe 3^ A, Scuola Secondaria di Primo Grado Santa Umiltà di Faenza (RA). Coordinamento degli insegnanti Mirko Nanni e Maria Raffaela Prencipe.
La regista-protagonista, attraverso l’occhio del telefonino, costruisce il video come forma di riflessione individuale sul tema del disagio giovanile. Girato con sicura e asciutta efficacia, sfruttando le potenzialità dell'occhio prêt-à-porter come punto di vista parallelo ai pensieri della protagonista, ci pone di fronte alla realtà di un adolescente, fatta di piccoli gesti, ma anche di solitudine emotiva.
Il telefonino è un mezzo per raccontare se stessi, la propria solitudine, il fatto di non trovarsi in sintonia con il mondo in cui si vive, quello che si condivide, per esempio, con i propri genitori. La protagonista registra i suoi passi, veloci, che sembrano decisi, ma ben presto si coglie il suo disagio, il suo vedere la vita un po’ in bianco e nero, anzi, in una tonalità di grigi che non lasciano spazio all’allegria e alla spensieratezza che gli adulti associano alla freschezza della giovinezza. Qui viene fuori il punto di vista di un’adolescente, di una persona che vive il disagio di chi sta cercando un proprio posto nel mondo.
La protagonista del video registra la realtà partendo dal basso, dai suoi piedi, per poi riprendere piccoli gesti di estranei, come la mano di chi sta cuocendo una crêpe, quasi riuscisse a trovare una sintonia con chi le sta preparando qualcosa che le evoca un momento positivo, contro la noia del grigiore quotidiano, quello che la conduce a casa, nella sua cameretta, a condividere una festa come il Natale con una famiglia che, a suo dire, non la capisce. E allora nasce la voglia di lasciare tutto e andarsene lontano. L’ultima immagine è quella del tabellone delle partenze, l’inizio di un ipotetico viaggio alla ricerca di se stessa.