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La Frontera

La spiritualità araba e andalusa

Miranda Cortès fisarmonica cromatica e voce
Michele Sguotti violino, viola e voce
Michele Pucci chitarra flamenca
Lorenzo Gasperoni percussioni
Samia Charbel darabuka e voce

La possibilità di utilizzare l’auditorium consente a questa XX edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra di riprendere un filone etnico che non è possibile portare in chiesa. A volte il tipo di organico strumentale, la schiettezza di testi o di riferimenti musicali, i culti non cattolici, inducono a prediligere il più laico auditorium. Nelle passate edizioni, l’auditorium Concordia ha ospitato molti concerti che hanno arricchito l’indagine multiculturale sulla musica sacra o di ispirazione religiosa, proponendo i più diversi repertori, con interpreti di assoluto rilievo. È giusto ricordare brevemente i molti concerti Gospel e Spiritual per la tradizione afroamericana, la presenza di Moni Ovadia per il repertorio legato alla tradizione ebraica, Alice per il pop americano, Vizöntö per la tradizione magiara, Tenores di Bitti, Gitani di Perpignan, Musafir, Tekameli per la mistica orientale e quella mediterranea più vicina a noi.
Come la settimana scorsa con l’ensemble vocale albanese, anche l’esibizione dell’ensemble vocale e strumentale “La Frontera” ha avuto come cornice l’Auditorium Lino Zanussi, questa volta con un afflusso di pubblico addirittura superiore alla capienza della sala. Il titolo del progetto, “Mar Bianco” (ossia Mare Mediterraneo) ben riassumeva quello che Michele Pucci, Michele Sguotti, Lorenzo Gasperoni e Miranda Cortès, con la partecipazione straordinaria di Samia Charbel, hanno proposto: una miscellanea di composizioni, ora tradizionali originali ora nuove, provenienti dalle tradizioni mistiche della Turchia, Andalusia, Arabia, Algeria, Egitto, Libano. Un viaggio a ritroso nel tempo, sulle sponde di un bacino, quello Mediterraneo, che ha visto nascere la cultura classica e dove affondano le radici della nostra civiltà. Un mare che ha accolto le rotte commerciali e quindi gli scambi culturali per secoli e millenni tra i popoli che vi si affacciano, che ha visto guerre feroci per il controllo di tali rotte; che più recentemente ha visto anche i viaggi disperati di chi, scappando da guerre o miseria, cerca una speranza di futuro e spesso incontra la morte.
 

MAR BIANCO

Musiche della tradizione araba, andalusa, sufi, sefardita, tunisina, algerina

“Mar Bianco” è il nome col quale anticamente veniva chiamato dai Turchi il Mediterraneo, il mare che ha da sempre permesso contatti e mescolanze sia culturali che linguistiche tra le genti che ne abitano le rive.
La Frontera, durante l'epoca della Reconquista della Spagna ai danni dei Mori, era quella mobilissima ed estremamente osmotica linea di confine tra la cristianità e il mondo musulmano, che ha lasciato segni evidenti in Andalusia non solo nella toponomastica e nella lingua, ma anche nella musica.
L’ensemble “La Frontera” presenta un omaggio alla tradizione musicale musulmana, dal Maghreb al Mashreq, ed in particolare ai suoi aspetti maggiormente legati alla spiritualità.

 


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