Riccardo Fachin
Secondo premio - Junior
America terra delle occasioni?
Un fratello in America per studio, quale occasione migliore per visitare la “terra delle libertà”, per vivere il sogno americano? Ma è questa la terra promessa? La vita frenetica, il dinamismo sfrenato sono quello che cerchiamo?
Molte persone che conosco sognano l’America, chi per studiare, chi per conoscere le star di Hollywood, chi perché la trova affascinante. Io ho conosciuto l’America grazie a mio fratello Fabio: da meno di un anno si è trasferito a Boston per studiare al MIT. Una visita di piacere, quindi, che però nascondeva anche un altro motivo: vivere oltre oceano per lui non è affatto facile, perciò Diletta (una nostra amica) ed io lo abbiamo raggiunto per dargli supporto. In pochi giorni abbiamo capito il motivo della sua stanchezza.
Partiti dall’Italia i primi giorni di giugno, siamo sbarcati in un altro mondo, o almeno quella è stata la sensazione. Tutti - americani, tedeschi, cinesi o italiani - parlavano inglese; l’atmosfera era frizzante e caotica: insomma ci siamo sentiti completamente persi. La stessa sera dell’arrivo, poi, mio fratello ci ha portato - praticamente subito - da certi suoi amici, per seguire alla tv una partita di pallacanestro delle finali dell’NBA, la lega americana di basket, sport di cui sono abbastanza appassionato. Classica serata fra amici all’americana: ci si incontra a casa di qualcuno, si portano pizza e birra, si guarda per tre ore la partita incuranti di tutto ciò che accade attorno. Il punto è che quell’“attorno” eravamo Diletta ed io. Timidi noi, nuova la situazione… Risultato: abbiamo aperto bocca solo per mangiare qualcosa.
Nelle giornate seguenti siamo stati più lucidi e abbiamo potuto apprezzare le bellezze di Boston, una delle città più belle d’America, probabilmente la più europea. Ciò che spicca sono i grattacieli - una splendida skyline -, ma anche il fiume che separa la città, le strade larghissime, il fervore incessante: chi corre, chi lavora, chi fa compere. Tutto, ma proprio tutto avviene ai ritmi più elevati; nessuno si ferma un attimo, neanche con temperature che toccano i quaranta gradi. I ragazzini passano a consegnare la posta in bici, le strade sono dipinte dal giallo dei taxi, il traffico non ha sosta. È un altro mondo, in cui sia lavoro che scuola hanno un valore speciale. L’America è per molti “la terra della libertà e delle occasioni” ma per riuscire a diventare qualcuno bisogna veramente dare tutto se stesso. Mio fratello ci ha raccontato che l’azienda dove lui è impegnato, se ti servono ad esempio 10.000 dollari per fare un esperimento, te li concede senza problemi: l’unica cosa che chiedono è di farli fruttare bene lavorando incessantemente. Non esistono, o sono minimi, i favoritismi: ognuno ha possibilità concorrenti e, conseguentemente, per riuscire bisogna darsi veramente da fare.
Una terra bellissima da visitare, ma non so se mai ci andrei a vivere. Se si vuole una vita conforme alle nostre abitudini certo non è il luogo in cui andare, ma se si desidera imparare, provare nuove esperienze e tentare di diventare qualcuno, l’America è il posto adatto per riuscirci. Con un’avvertenza: il pranzo migliore che ho fatto è stato con un panino, in un ristorante italiano. Almeno in questo li battiamo.