La letteratura italiana e la Grande Guerra

Mauro Brusadin docente di lettere

[ 3 incontri › 9 ore ]
 

1. Lunedì 28 novembre 2011 › 15.30
Gli intellettuali italiani tra neutralismo
ed interventismo (1914-1915)

2. Lunedì 5 dicembre 2011 › 15.30
Testimonianze di letterati al fronte (1915-1918)

3. Lunedì 12 dicembre 2011 › 15.30
La letteratura della memoria: la riflessione
sull’evento bellico nell’immediato dopoguerra

L’esplosione del conflitto in Europa alla fine di luglio 1914 coglie l’Italia impreparata, incerta e divisa. La immediata dichiarazione di neutralità del governo, se da un lato tranquillizza un’opinione pubblica turbata dalle notizie delle immani carneficine sul fronte occidentale e su quello orientale, viene duramente contestata da una esigua ma rumorosa ed aggressiva minoranza interventista.
Il pacifismo flebile o silenzioso della maggioranza degli italiani stenta a contrastare il clamore di chi inneggia ai valori di un mai sopito patriottismo risorgimentale, di chi rivendica la liberazione delle terre irredente, di chi avanza i diritti di un malinteso nazionalismo, di chi proclama la mistica dell’azione e della violenza. Persino alcune frange del socialismo radicale e dell’anarchismo sono fautori del coinvolgimento nel conflitto. Alle spalle di questo variopinto scenario ideologico si muovono spregiudicate lobbies finanziarie e industriali che, politicamente ben rappresentate, vedono nell’evento bellico l’occasione di colossali affari. La pressione di queste forze, sostenute anche dall’assenso della monarchia, spinge il Paese ad entrare in guerra. Intellettuali, scrittori, poeti sono testimoni di questo drammatico momento della storia d’Italia, di quella che è la prima vera guerra di popolo in cui vengono scaraventati nella mischia milioni di persone strappate a forza da realtà sociali e culturali diversissime.