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La poesia patriottica da Cavour

alla nascita della Repubblica (1850-1946)

Mauro Brusadin, docente di lettere

Chiuso il 1849, annus horribilis per le speranze risorgimentali, Cavour indica la rotta per l’unificazione e in un decennio l’Italia è fatta, ma il nuovo Regno d’Italia deve affrontare numerosi e gravi problemi interni ed internazionali. Un malinteso concetto di Patria anima un’ondata di orgoglioso nazionalismo che a breve alimenterà spinte colonialistiche e velleità imperialistiche. Intellettuali e letterati ora applaudono, ora giustificano, ora condannano. Il clima prebellico esaspera gli scontri ideologici fino all’entrata in guerra ed alla conclusione del conflitto.
Nell’immediato dopoguerra, il consolidarsi del regime mussoliniano e la crescente fascistizzazione dello Stato impone un’idea di Patria pervasa da esaltate derive nazionalistiche. La propaganda è capillare, sistematica, ossessiva. Il consenso del mondo letterario, più o meno esplicito, è quasi unanime: rare le voci dei dissenzienti, molti i silenzi. La seconda guerra mondiale aprirà gli occhi a molti intellettuali, ma creerà gravi situazioni di disorientamento morale ed ideologico, mettendo a rischio la stessa unità del Paese. Solo alla fine, e per uno stretto passaggio, potrà emergere dalle macerie della guerra un’Italia unita e repubblicana.

Giovedì 15 gennaio 2009 ore 15.30
Il decennio di Cavour, il Regno d’Italia
e la continuazione della guerra di liberazione (1850-1876)

Giovedì 29 gennaio 2009 ore 15.30
L’età di Crispi e Giolitti. La Grande Guerra,
quarta e ultima guerra del Risorgimento
(1876-1918)

Giovedì 12 febbraio 2009 ore 15.30
Il Fascismo. La seconda guerra mondiale
e la lotta di liberazione.
La proclamazione della Repubblica
(1919-1946)

 


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