Le catene di Prometeo
| da giovedì 10 febbraio a giovedì 3 marzo 2011 |
Daniele Bertacco docente di filosofia
[ 4 incontri › 12 ore ]
1. Giovedì 10 febbraio 2011 › 15.30
Un furto pagato a caro prezzo: il mito di Prometeo
2. Giovedì 17 febbraio 2011 › 15.30
Sapere è potere: la rivoluzione scientifica
del Cinque-Seicento
3. Giovedì 24 febbraio 2011 › 15.30
E se invece fosse l’uomo a servire la tecnica?
I timori di Heidegger
4. Giovedì 3 marzo 2011 › 15.30
Le due culture (per una Repubblica delle Scienze
e delle Lettere)
A partire dalla mitologia greca, la figura di Prometeo
è stata assunta come un simbolo della tecnica, della
capacità umana di piegare le forze della natura alla soddisfazione
dei propri bisogni e desideri. Ma come valutare
questa capacità? Andrà esaltata, come ci invita a fare
l’ideologia del progresso, oppure demonizzata, in quanto
volontà di sovvertire un ordine che dovrebbe restarci
superiore (naturale o divino che lo vogliamo intendere)?
Insomma, Prometeo andrà incatenato o liberato?
Nella storia, diverse sono state le posizioni al riguardo;
dopo uno sguardo alla cultura classica, e al capovolgimento
che si determinò con l’entusiastica adesione
alla Rivoluzione scientifica (XVI-XVII secolo), il corso si
concentrerà su due voci della metà del secolo scorso:
Martin Heidegger, che ha sollevato con tono angosciante
la “questione della tecnica”, e Charles Percy Snow, che
ha mostrato come ciò che si trovava messo in discussione,
in questo modo, era il senso stesso di tutta la nostra
cultura (o meglio delle nostre “due culture”, quella umanistica
e quella scientifica).