Il coraggio del perdono

Ricordati, Signore, non solo degli uomini di buona volontà,
ma anche di quelli di cattiva volontà.
[Dalla preghiera di un anonimo deportato nel lager di Ravensburg]

Nel segno della speranza. Sperare oggi è la cosa più difficile,
ma anche la più necessaria. Da una parte sono tantissime le
ragioni per aver paura del futuro, le spinte ad essere inquieti,
le cause che inducono alla sfiducia se non addirittura alla depressione.
D’altra parte, proprio per l’accentuarsi degli stimoli
negativi, pare reagisca sempre di più l’energia migliore di tante
persone, alla ricerca di motivazioni, orientamenti, modelli che
offrano spiragli di speranza, di fiducia, di rilancio.
E proprio per incoraggiare, potenziare tale reazione positiva,
varie fonti e agenzie di educazione e formazione, pure di ispirazione
molto diversa, suggeriscono di ricercare e di mettere
in atto «nuovi stili di vita». Un impegno che può costituire un
potenziale notevole per la reazione positiva a quella sfiducia
che, come pure tanti osservatori sociali stanno evidenziando,
ingenera apatia. Reazione al pericolo di una stagnazione ammuffita,
segno di malattia e di morte morale e sociale, che si
deve purtroppo registrare non solo in tanti singoli individui,
delle più diverse categorie, ma pure in realtà sociali, politiche,
e pure religiose.