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Leila Zoia

Primo Premio

Disfruta, sei a Granada
Difficile porre fine ad un’esperienza di vita nella coinvolgente Granada. Libertà, divertimento, gioia di vivere, interculturalità, questo si respira per le calles della città Andalusa dove riecheggia l’imperativo “disfruta!”, apprezza la vita!

“Come posso fare per rimanere qui?” Questa è la domanda a cui deve rispondere più frequentemente chi, come me, lavora all’ufficio informazioni dell’Università di Granada. Tutti quelli che si trovano a vivere alcuni mesi in questa città, non se ne vogliono andare. Molti chiedono di potersi immatricolare ad un master, altri implorano di essere assunti come camerieri nei ristoranti. Ma perché?
Sarà perché appena conosci una persona non ci mette più di cinque minuti a dirti: “vamos a tomar una cerveza”.
Sarà perché se sei una ragazza ti innamori della figura della donna: forte, coraggiosa, capace di affrontare da sola le difficoltà della vita, libera, e soprattutto priva di sensi di colpa. È molto facile infatti vedere nei locali gruppi numerosi di donne, vestite con colori sgargianti, consapevoli di meritarsi il divertimento. Probabilmente, una risposta, questa, al machismo ancora molto presente in questa terra.
Sarà perché puoi visitare l’Alhambra, castello arabo patrimonio dell’Unesco e residenza dei regnanti che di volta in volta si sono susseguiti in questa città. Granada, ultima città ad essere riconquistata dai re cattolici nel 1492, rispecchia questa stratificazione di diverse civiltà, che una dopo l’altra hanno contribuito a renderla una delle più belle città di Spagna.
Sarà perché camminando per la città si possono incontrare stili architettonici diversi: un arco tipico dell’arte nazarì, e dopo qualche metro un arco a sesto acuto.
Sarà per le sue decorazioni, los Azulejos, ceramiche decorate con geometrie dai colori vivaci.
Sarà perché Granada si è caratterizzata nella sua storia per essere una città fortemente propensa alla convivenza tra culture. Nel periodo della dominazione araba infatti si è potuta osservare una certa libertà di culto e tolleranza verso le “religioni del libro”. Federico Garcia Lorca, a cui questa città ha dato i natali, affermò in un’intervista: “Io credo che essere di Granada mi permette di entrare in empatia con i perseguitati, dal gitano, al negro, dall’ebreo al moro che tutti noi abbiamo dentro”. Negli ultimi vent’anni si osserva in questa città una forte ondata migratoria di persone provenienti dal Nord Africa, tanto che oggi si conta una presenza di 10.000 musulmani tra stranieri e spagnoli. I quartieri che anticamente erano arabi come l'Albaicìn, si stanno lentamente ripopolando, non senza contrasti, e stanno rifiorendo il commercio e l'artigianato. Ne è un esempio una via conosciuta come la “calle de las teterias” dove si susseguono una dopo l’altra piccole sale da tè in cui si respira un’atmosfera da Mille e una notte.
Perché rimanere, quindi? Le risposte sono molteplici, ma forse quella che più di tutte può riassumerle è perché si vive nel vero senso della parola! Il verbo che si sente più spesso per la strada è “disfruta!”, che significa divertititi, apprezza la vita, ma anche, godi di ogni singolo momento.
Il 16 dicembre scade la mia borsa Leonardo, ma non me ne voglio andare!

 

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