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Mariagrazia Salvador

Secondo classificato - Sezione Senior

Creativi si fanno spazio

Dodicesimo giorno in ostello, comincia a starmi stretta la camera che condivido con altre sei persone, il disastro di roba (altrui) accumulata per terra e della mia accumulata sopra il letto. Sono all’ultimo paio di calzini puliti e la privacy me la sono dimenticata da ormai un bel po’. I disagi sono tanti ma ci si diverte un sacco. I tempi sono accelerati: in ostello in meno di mezza giornata si diventa amici e si condivide tutto.
Sono arrivata a Buenos Aires quasi per caso. Mi hanno detto, perché non ti fai uno stage di un paio di mesi per un festival di fotografia? Dopo due settimane ero su un aereo intercontinentale pieno di gente mai vista prima e sono atterrata dall’altra parte del mondo. Buenos Aires continua a mantenere il suo dignitoso aspetto di città più europea dell’America Latina, ma dal 2002 da capitale più cara del continente è diventata la più economica.
La povertà non ti si appiccica addosso, la si nota in momenti ben distinti. Mentre sei in metro o seduto in un bar sei assediato da venditori ambulanti o mendicanti. Un certo disagio è inevitabile, ma qui è presto rimpiazzato dalla sorpresa per l’incredibile dignità delle persone che non chiedono né si lamentano, e per il rispetto dei Porteños – abitanti di Buenos Aires – che a volte li conoscono per nome e che quasi mai rifiutano di comprare un oggetto inutile per 2 pesos.
Primi giorni di lavoro durissimi: le persone che ti guardano con sospetto, niente da fare se non i soliti lavori astrusi tipo scrivere indirizzi su decine di cartoni da spedire e ti chiedi perché cavolo ho studiato 5 anni che a scrivere ho imparato alle elementari!
Ma dopo avermi studiato finalmente si rendono conto che so fare ben di meglio che avere una bella scrittura. Mi hanno offerto di rimanere qui fino a settembre 2012, e io ho voglia di provarci anche se la paura non è poca. Sto vivendo giorno per giorno, e sono curiosa di scoprire tutto della parte di mondo in cui sto e dell’effetto che sta producendo in me.
Questa città ha un potere magico, qui c'è molto spazio per i giovani, o semplicemente è pieno di giovani e si fanno spazio da soli.
Dagli spettacoli di teatro ai vestiti che disegnano e vendono in maniera indipendente, dai gruppi musicali ai fumetti, la città è un’esplosione di colori e di suoni. Mi è anche venuta voglia di riiscrivermi all’università, che qui è di ottima qualità e completamente gratis.
In certi momenti mi spavento, perché mi sveglio di soprassalto e devo ricordarmi dove sono. Mi chiedo se sia giusto o se faccia bene duplicarsi in un altra realtà.
E non ho nessuna risposta, quindi via giorno per giorno: andare a mangiare al barrio chino, visitare il jardin japones, comprarsi una bici e andare al Tigre, festeggiare il compleanno invitando gente che appena conosco nella terrazza di casa mia, andare al corso di fotografia, comprare il materiale per autocostruirsi una lampada, e adesso vado a dormire che domani inizio presto e devo smontare una mostra di 90 foto.
 


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