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PREMIO PRESENZA E CULTURA
Sezione Scuola Secondaria di Secondo Grado

Classi 3^ 4^ e 5^, Liceo Copernico Manieri di Roma. Coordinamento degli insegnanti Beatrice Bianchini e Paolo Pasquini. Scritto e diretto da Marcello Giovani, con Carlo Ricci.

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Si tratta di un vibrante monologo sul tema dell’identità: identità manipolata, derisa, coraggiosamente reclamata. Il video mantiene un costante livello di tensione espressiva ed è ottimamente recitato dal protagonista, issato su un palcoscenico (il banco di scuola) che è interessante variazione del celebre modello offerto dal cinema di Peter Weir.

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Una serie di mani tentano di modellare, manipolare, sfigurare il volto di un ragazzo, perso nei suoi pensieri mentre la sua professoressa vorrebbe interrogarlo. Ma lo studente coglie l’occasione di essere di fronte alla classe per esprimere il suo disagio, per rivolgere un appello accorato ai compagni. Il suo messaggio non viene colto: tutti si annoiano e fanno qualcos’altro. C’è chi mastica la gomma, chi gioca ad un solitario con il telefonino, chi si sistema il trucco sulle labbra e chi, ancora, chiacchiera. Il ragazzo allora sale in piedi sulla cattedra, ma ciò che ottiene non ha l’esito dell’atto rivoluzionario del professore de “L’attimo fuggente”, non sortisce nessun effetto. Lo studente si distingue dagli altri, non si fa omologare dall’indifferenza generale, ha il coraggio di denunciare davanti a tutti, anche all’insegnante, che tutti lo trattano come un diverso, che è vittima di atti di bullismo che i compagni mettono in atto quando non possono essere raggiunti dalla nota degli insegnanti. La scelta musicale è appropriata, è un crescendo che esplode quando, di fronte alla denuncia del compagno, tutti sembrano ritrovare l’attenzione perduta: invece no, le inquadrature finali ci svelano l’atto estremo di disinteresse e di indifferenza dei compagni, omologati in un unico atto. Infatti, nessuno presta attenzione al compagno che parla, concentrati come sono a guardare un punto indefinito sulla parte opposta della classe. L’unico che ha coraggio di essere diverso dagli altri, di non essere omologato, è solo lo studente, che si chiude in un doloroso silenzio, dopo tante vuote parole.


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