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Premio Speciale Miglior Recitazione

per un lavoro in cui singoli o gruppi dimostrino una particolare cura per espressività corporea, dizione e sensibilità nell'affrontare ogni ruolo

S.O.S.

Classe 5^, Fondazione Marri-S. Umiltà, Liceo Linguistico Europeo ad indirizzo artistico di Faenza (RA), Coordinamento degli insegnanti Maria Raffaela Prencipe e Samatha Casella.

Un volto che buca lo schermo, quello della protagonista di questo lavoro, con la sua freschezza che la rende credibile. Il risultato è comunque di gruppo, anche gli altri interpreti mantengono una qualità nella recitazione che risulta spontanea, riflettendo in modo efficace, ma anche ironico, il mondo dei ragazzi di oggi.

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Una semplice storia d’amore senza speranza, quella di Margherita, studentessa modello e appassionata di Beethoven, Caravaggio e Schopenhauer. La sua, e lo dice anche lei, è una vita fortunata, perché ha tutto ciò che desidera: vive in una casa bellissima, i suoi genitori la apprezzano, anche se a volte non comprendono i suoi stati d’animo, frequenta una scuola che le piace e ha tre amiche affezionate, un amico e uno spasimante. Ma la sua vita acquista un senso nuovo durante le lezioni di filosofia, perché è il professore che rende tutto più interessante, ai suoi occhi.
La fresca espressività di Margherita, che ben sostiene i primi piani della telecamera, dà un tono al racconto, perché la sua recitazione non è mai forzata e usa l’ironia nello sguardo, come nel tono della voce, in modo molto efficace. E lo sguardo ironico accompagna tutta la storia, che appartenga alla protagonista come alle sue amiche, la presenza delle quali aiuta a mantenere uno scorrevole e simpatico tono narrativo, creando un buon equilibrio in tutto l’elaborato. La diversità delle riprese dà movimento al racconto, come l’ottima scelta musicale, che apre e chiude con gli Abba, passando attraverso le note melanconiche di Battisti e di Ferro. E degli Abba è anche la colonna sonora dell’sos finale, incarnato da un coetaneo aitante e tatuato che finalmente strappa la protagonista dal sogno irrealizzabile di un amore impossibile.
 

Segnalato

Rubami il cielo

Classi 2^ e 3^ A/C, Scuola Media Statale “Renato Moro” di Barletta, Coordinamento dell’insegnante Angela Scardigno.

Opera corale che ha coinvolto molti alunni, questo lavoro riesce a commuovere il pubblico per la delicatezza dei toni usati nell’affrontare una situazione tragica come la guerra. Una nota di merito anche per l’impostazione del lavoro, che, con il suo bianco e nero e la valorizzazione della spontaneità dei ragazzi, riecheggia il cinema del passato con una piacevole nota neorealista.

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Un gruppo di bambini aspetta il ritorno della madre a casa, con qualcosa da mangiare per la cena: la loro abitazione è misera, ma è un rifugio da ciò che sta succedendo fuori, una guerra ingiusta che ha allontanato il padre e gli amici dalle mura domestiche. In bianco e nero, con una cura particolare nella ricostruzione dell’ambiente e degli abiti dei protagonisti. ll lavoro riflette un gusto neorealista che si ferma sull’espressività dei protagonisti, molto presi dal proprio ruolo ma, allo stesso tempo, sciolti nell’interpretarlo.
Al centro del racconto c’è un gioco magico che riuscirà a realizzare i sogni dei bambini e ad allontanare ciò che li ha infranti fino a quel momento: la guerra.


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