Via Concordia, 7 - Pordenone - 0434 365387

I Cantori di San Marco

domenica 15 novembre 2015
Duomo Concattedrale San Marco Pordenone

 MESSA BASSA A SAN MARCO

 

Ascolta la videointervista a Marco Gemmani

Alice Borciani, Elena Modena, Julio Fioravanti,
Marco Mustaro, Dino Lüthy, Yiannis Vassilakis, Marcin Wyszkowski

 MARCO GEMMANI
Direttore


Fotogalleria a cura di Gigi Cozzarin

Il concerto propone un’ipotetica sequenza di opere eseguite dalla Cappella Ducale per una “messa bassa” durante il periodo di quaresima, alla presenza del Serenissimo Doge intorno al 1580 nella basilica di S. Marco a Venezia.
Gli ultimi tre brani, estranei alla sequenza eucaristica proposta e connessi strettamente con la liturgia di Pasqua, danno compimento teologico alla messa.
Andrea Gabrieli, un genio di grande talento che seppe dare degna voce alla virtù della propria fede, è il capostipite di una lunga serie di compositori “veneziani” che contribuirono in modo massiccio alla formazione del gusto musicale occidentale.
Se per buona parte del cinquecento la polifonia vocale si era attestata su una scrittura quadripartita, attorno agli anni settanta si assiste in tutta l’Italia ad un sostanziale incremento del numero delle voci specialmente nella musica sacra. Se una composizione a sei voci, nel 1560, era considerata ancora un’eccezione destinata ad eventi particolari, nel 1580 la stesso numero di voci è considerato non molto elevato, visto che nelle festività più importanti vengono eseguite composizione ad almeno otto voci e, specialmente nella Venezia di fine secolo, si giunge a scrivere anche a venti e più parti. Di questo fenomeno ne sono un emblema i Concerti dati alle stampe da Giovanni Gabrieli nel 1587, una delle opere cardine della scrittura musicale della seconda metà del sedicesimo secolo, da cui, per loro stessa ammissione, trassero nuove idee molti compositori italiani e stranieri. In questa opera le composizioni a sei e sette voci appaiono come le più “semplici” mentre primeggiano le composizioni a dieci, dodici e sedici voci. La scrittura a quattro voci, del tutto consueta fino a pochi anni prima, sembra ormai superata. In quest’ottica dunque, in una messa celebrata nella basilica veneziana di S. Marco, ad esempio nel giorno del S. Natale, tra il 1580 e il 1600, potranno certamente trovare posto i mottetti Angelus ad pastores a dodici voci e Maria Virgo a dieci di Giovanni Gabrieli come pure il Kyrie a dodici e il Gloria in excelsis a sedici voci dello zio Andrea. In questa solennità il numero degli esecutori è sicuramente elevato (come ci confermano i libri paga) come pure appare scontato l’appoggio dell’intera “orchestra” del doge. La scrittura di queste composizioni polivocali, spesso anche policorali, non è particolarmente complessa. La loro attrattiva consiste soprattutto nella ricerca della grandiosità, nel dinamico gioco delle masse corali, nell’incalzante ritmo delle successioni accordali e nella ricerca di un suono ricco di armoniche.
Quale potrà essere stata, invece, la collocazione liturgica dei mottetti a sei e sette voci che si trovano nella stessa raccolta? Molto probabilmente non troveranno posto all’interno di una messa importante come quella ipotizzata poco sopra. La loro struttura, straordinariamente densa e complessa dal punto di vista contrappuntistico, mal si adatta ad una esecuzione con grande organico e con l’affiancamento degli strumenti. La velocità di esecuzione ottimale, richiesta in queste “piccole” opere, dà invece come molto probabile una performance a parti reali. Non dimentichiamo che questa modalità esecutiva diverrà poi vincente nel secolo successivo con l’affermazione definitiva dello stile concertato.
Andiando a cercare indicazioni nel prezioso Liber Cerimoniale … Ducalis Ecclesiae Sancti Marci (1562), si può notare che spesso, il doge, prima di spostarsi dal palazzo per andare a presenziare ad una precessione o ad altro momento pubblico della “doveva” assistere alla messa bassa in S. Marco. Tale messa era spesso celebrata in una cappella laterale della basilica e l’apparato liturgico era ridotto al minimo indispensabile. In ogni caso il cerimoniale imponeva che la cappella intervenisse comunque, ogni qualvolta il doge era presente in basilica. Numerosi indizi ci portano alla conclusione che in queste messe mattutine intervenisse un piccolo gruppo di cantori, spesso senza l’appoggio dell’organo. È dunque molto probabile che in queste occasioni fosse eseguita una messa a cappella, ad esempio una delle quattro messe a sei voci pubblicate da Andrea Gabrieli nel 1572, e alcuni dei suoi mottetti a sei o sette voci, provenienti dai Concerti del 1587.
Questi mottetti e queste messe si staccano fortemente dallo stile tardo – fiammingo rimodulato dalla scuola romana ed evitano di emulare il madrigale, come troppo spesso accade ad altre opere coeve. La loro struttura è assolutamente originale e fortemente innovativa e diverrà paradigmatica per tutti gli autori dell’orbita veneziana. Il testo e la musica vengono stretti indissolubilmente in forme molto essenziali e altamente dinamiche, con frequenti velocizzazioni dell’agogica, in cui si intravede una continua ricerca della massima espressione del suono risultante.
Una particolare attenzione merita la Missa Vexilla Regis la quale, unica tra le quattro pubblicate da Andrea Gabrieli, sembra non possedere un’ascendenza certa. Le realizzazioni del noto inno di Venanzio Fortunato più prossime a questa messa dovrebbero essere le due versioni pubblicate da A. Willaert nel 1542, ma le somiglianze tra esse e il motivo base della messa sono veramente minime. è più probabile che la composizione gabrielina parodiasse la versione veneziano – patriarchina dell’inno in canto fermo. Purtroppo la scomparsa dell’innario di S. Marco ci impedisce di verificare questa ipotesi.
Marco Gemmani

 

L’ensemble I Cantori di San Marco si riallaccia direttamente ai Cantores Sancti Marci citati nel Liber Cerimoniale (1562) della Basilica Ducale di Venezia. L’enorme quantità di musica che è nata in questo singolare tempio ha mantenuto una constante attenzione alla diffusione delle vibrazioni nell’ambiente e la sua esecuzione richiede un continuo misurarsi con la qualità del suono prodotto. I Cantori di San Marco vanno alla ricerca di questa sintesi musica – spazio - suono di cui le formazioni marciane sono sempre state grandi esperte. L’ensemble tiene concerti in varie città e festival prestigiosi con repertori medievali, rinascimentali e barocchi tratti dall’inesauribile corpus delle opere prodotte per la Basilica di S. Marco di Venezia. Nel 2012 ha inciso un CD per la Tactus intitolato Madrigali accomodati per concerti spirituali con opere di C. Monteverdi e A. Gabrieli.

Marco Gemmani, dapprima violinista, in seguito compositore e direttore di coro, è stato fondatore e membro (dal 1983 al 1990) dell’orchestra da camera Accademia Bizantina con cui ha anche inciso diversi CD per le case discografiche Frequenz e Denon. E' stato direttore dei Cori “In terra viventium” di Rimini (dal 1976 al 1995) e “Kairos” di Imola (dal 1984 al 1995), con i quali ha svolto un'intensa attività sia concertistica che di servizio liturgico.
Autore di numerose trascrizioni, svolge un’approfondita ricerca musicologica nel campo della polifonia vocale antica e più in particolare sulla musica a Venezia dalle origini ad oggi. Dopo aver insegnato in diverse istituzioni musicali e Conservatori, dal 1990 è docente di Direzione di Coro e Composizione Corale presso il Conservatorio "B. Marcello" di Venezia. Nel 1998 acquisisce il titolo di insegnante del Metodo Funzionale di Gisela Rohmert. Dal 2000 è Maestro di Cappella della Patriarcale Basilica di S. Marco in Venezia. Con la Cappella Marciana svolge un’incessante attività di servizio liturgico, di concerti e di incisioni discografiche. Nel 2010 fonda I Cantori di San Marco con cui interpreta pagine musicali particolarmente affascinanti.
 

Programma concerto

 

Andrea Gabrieli (1533-1585)

 

Iudica me Deus (Introito)
Kyrie (dalla Missa Vexilla Regis)
Gloria (dalla Missa Vexilla Regis)
Emendemus in melius (All’Epistola)
Credo (dalla Missa Vexilla Regis)
Beatus vir qui non abiit (Offertorio)
Sanctus (dalla Missa Vexilla Regis)
Eructavit cor meum (Ostensione)
Benedictus (dalla Missa Vexilla Regis)
Agnus Dei (dalla Missa Vexilla Regis)
Iniquos odio habui (Comunione)
O gloriosa Domina (Processione alla Madonna Nicopeia)
Angelus Domini descendit (dalla liturgia di Pasqua)
Maria stabat ad monumentum (dalla liturgia di Pasqua)
Maria Magdalenae (dalla liturgia di Pasqua)

 

Scarica il pdf

Centro Culturale Casa A. Zanussi Pordenone – Via Concordia, 7 – Pordenone
Tel. 0434 365387 – Fax 0434 364584 – info@centroculturapordenone.it